Articolo sulla versione teatrale di un libricino scritto da Katia Anedda sul caso giudiziario del compagno, Carlo Parlanti
P
rofonda partecipazione e più che
discreto successo di pubblico ha registrato il recente incontro culturale
(tenutosi con ingresso gratuito, per favorire la partecipazione) sul caso del
nostro connazionale Carlo Parlanti, laureato in Fisica, manager informatico,
recluso in una prigione californiana. Lo spettacolo, cui sono stati presenti
anche diversi familiari di Carlo Parlanti, tra cui la madre, si è svolto il 26
Febbraio 2010 al centro sociale e culturale Barrios di Milano. La serata,
iniziata verso le 19:30 circa, dopo un ricevimento a base di aperitivi e
fantasiosi antipasti serviti nella sezione del Barrios Caffè, è continuata con
la presentazione di un toccante filmatino, al CineteatroEdi, prodotto
dall’associazione "Prigionieri del Silenzio", (che tutela i diritti dei
detenuti italiani all'estero) e realizzato da Nicolò Minerbi, appunto sul dramma
in atto giorno per giorno per lo stesso Carlo Parlanti. Il video ha
sottolineato, in particolare, anche la parte dedicata alla speranza, che
nonostante tutto continua a fiorire, costantemente alimentata soprattutto
dall'amore fedele di Katia Anedda, compagna di Carlo, fondatrice di Prigionieri
del silenzio, che tuttora presiede. Momento centrale della serata, cominciato
attorno alle 21:00, è stato lo svolgimento dell’atto teatrale “Legami – A
morte don Giovanni”. Il titolo stesso dell'opera suggerisce un audace gioco
di parole, a seconda del modo in cui s'ipotizzi di posizionare l'accento, che
manca all'inizio: si potrebbe, infatti, pronunciare "Legàmi" o "Lègami",
sottolineando in questo modo quanto, da un legame sentimentale, sia nata
un'accusa di violenze, nonostante una serie di contraddizioni radicali
dell'accusatrice di Carlo Parlanti, sua ex convivente americana. Lo spettacolo
messo in scena è ispirato apertamente a un pregevole libricino, che è stato
ricalcato alquanto fedelmente, scritto da Katia Anedda: si tratta un atto
teatrale unico, non privo di valore artistico e profondità psicologica, che si
snoda in un'atmosfera in parte surreale, data una sorta di sdoppiamento tra
l'accusatrice di Carlo, Rebecca Mckay White, ed una una misteriosa Donna, che in
realtà è un suo alter ego: una specie di sua coscienza, che, tra l'altro, le
suggerisce che, se pure Carlo le avesse "fatto del male", si tratterebbe di una
delusione sentimentale (peraltro relativa, data anche la mancanza di promesse di
questi a lei), ma non può essersi trattato di violenze materiali. Al di là della
rielaborazione personale, l'opera di Katia Anedda non riserva però particolare
spazio alla fantasia, in quanto è stata scritta sulla traccia del documento di
accusa su Carlo Parlanti. Lo spettacolo è stato interpretato dai giovani e bravi
attori Gabriele Milia, Eleonora Falchi, Gabriella Marinoni, Marco Marzari e
Lorenza Primier, che hanno dato vita ad una rappresentazione intensa: un
condensato sulla genesi del caso giudiziario, portata in teatro con intelligenza
ed espressività. La stessa Katia Anedda, inoltre, ha avuto un posto sul palco,
nel ruolo di se stessa: del resto chi meglio di lei… E' seguito un breve spazio
d'interventi, dal titolo "Giustizia a confronto e caso Parlanti," con ospiti
d'eccezione, tra cui Alberto Torregiani e Vittorio Zingales. Il primo, lo si
ricorda, evoca un pezzo di storia d'Italia, in quanto era il figlio adottivo di
Pierluigi Torregiani, assassinato a Milano il 16 febbraio 1979, in un agguato
(successivo a un tentativo di rapina cui lo stesso Pierluigi aveva reagito, del
22 gennaio 1979), rivendicato dai “Proletari Armati per il Comunismo”, cioè il
gruppo di Cesare Battisti, nel quale lo stesso Alberto rimase gravemente ferito,
rimanendo paralizzato. Pierluigi Torregiani era stato minacciato per aver
reagito al precedente tentativo di rapina, per cui gli inquirenti avevano
collegato i due episodi. Alberto Torregiani, autore del volume "Ero in guerra
e non lo sapevo", sugli anni di piombo italiani (pubblicato con le edizioni
Agar, nel 2006), è divenuto così un esperto di tematiche sulla giustizia, e in
questa veste è intervenuto a favore di Carlo Parlanti. Vittorio Zingales,
invece, medico psichiatra di Barcellona Pozzo di Gotto (in provincia di
Messina) aveva dimostrato numerose evidenze, in tema di medicina, a favore di
Carlo Parlanti. Colonna sonora della seconda parte della serata sono stati i
suggestivi musica e canto del gruppo musicale di Ricky Ragusa e Taglia 46, con
una canzone dedicata specificamente a Carlo Parlanti. Infine, sono stati
offerti dalla stessa Katia Anedda diversi di tipi di dolci (torta alla
cioccolata ed alla frutta), oltre che spumante, per festeggiare il suo
compleanno ed anche il secondo compleanno di Prigionieri del Silenzio. In questo
modo, si è trovata ancora di più pure un'occasione per sorridere, nonostante la
tristezza per lo stato del caso ancora irrisolto, anche a causa della non
collaboratività di molti esponenti delle autorità della Contea di Ventura, dove
si è svolto il processo a Carlo Parlanti: a questo proposito, una novità è stata
data anche dalla totale evasione di una richiesta d'intervista proposta dalla
scrivente, senza alcuna risposta nè spiegazione, da parte di Greg Totten,
superiore di Romero (pm del caso), il quale a sua volta aveva evitato ogni
confronto (nel suo caso, però, solo dopo aver visto le domande...). Purtroppo,
anche le autorità italiane non sono state particolarmente attente, data la
totale mancanza di partecipazione di politici dei "piani alti" all'evento di
Milano, e nonostante fosse stato sollecitato in tal senso, in particolare, il
Ministero degli Esteri, dal quale ci si sarebbe potuta attendere almeno una
rappresentanza...
Per ulteriori approfondimenti sull’evento ed, in generale, il drammatico caso di
Carlo Parlanti, è inoltre sempre utile visitare i links dei due principali siti
dedicati all'argomento:
http://www.carloparlanti.it/ e
http://www.prigionieridelsilenzio.it .