Una mostra contro i genocidi e contro tutte le ipocrisie

Degna di nota ci appare l’iniziativa autorganizzata di un gruppo di studenti e studentesse, più alcune persone esterne, cui abbiamo partecipato per il 27 gennaio: giorno della memoria. Una memoria un po’ corta. Per cui abbiamo dato vita ad una voce fuori dal coro.

Antonella Ricciardi (prima a destra) con Nenna Satva Esposito (terza persona da destra verso sinistra) durante la raccolta pro Emergency

 

Abbiamo maturato assieme agli spettatori, con molti consensi e qualche critica, un discorso via via allargatosi. Aveva probabilmente ragione il Levi nel dire che ad Auschwitz oltre ad aver perso il pane, l’anima e molti anche la vita, si era persa la pietà contro tutti? L’Olocausto nel ’45 è finito, ma già nel ’48 ne cominciava un altro, insomma come lo volete chiamare, ma ben novecentomila persone furono sfrattate dalle loro case. Se pure Levi avesse avuto ragione, dovremmo forse tornare all’odiato occhio per occhio? E’ l’unica soluzione possibile? Al liceo classico Cneo Nevio di Santa Maria Capua Vetere (CE), la mostra alternativa era incentrata sulle ingiustizie subite dal popolo palestinese, campeggiava infatti una carta geografica coi quattrocentodiciotto villaggi distrutti nel ’48-’49 dagli aggressori sionisti, nell’ambito di un piano colonialista e razzista, per sottolineare quanto sia ingiusto che il giorno della Shoah sia spesso utilizzato per demonizzare le critiche alla politica israeliana. Non mancava la speranza, con la testimonianza degli incontri, organizzati da Gioventù Libertaria per la Pace in diverse città, tra refusenik israeliani e palestinesi di Abnaa al Balad. La mostra ha ricordato anche il genocidio dei pellerossa, le condizioni degli immigrati, quali esempi tra i tanti possibili, di altre ingiustizie. Ricordavamo poi che le vittime dei campi nazisti furono non sei ma dieci milioni, perché oltre agli ebrei c’erano anche comunisti, zingari, omosessuali, slavi, Testimoni di Geova, handicappati. Del resto la storia è densa di crimini, basti pensare alla tratta degli schiavi, che ha causato non meno vittime. Siamo giovani ed inesperte, ma con quel poco di ingenuità che ci è rimasta, diciamo BASTA a tutti i genocidi, le guerre, e per questo abbiamo raccolte firme (con inaspettata adesione) per Emergency. E’ stato un passo avanti per una vera pace e liberazione. Il nostro scopo era trasmettere l’insegnamento della storia, e pure si sa, perseverare nell’errore è diabolico! Ricordiamo tutto indiscriminatamente, ma raccontiamo, le parole sono l’esistenza dei fatti, senza mostrare scene crude, nel nostro piccolo cominciamo a togliere almeno la violenza psicologica.

 

Antonella Ricciardi



Antonella Ricciardi e Nenna Satva Esposito

[Questo articolo è stato pubblicato sul giornale Altrasinistra]



Antonella Ricciardi