Nei cinema "Senza Fiato", girato tra S. Maria Capua Vetere e Capua
C risi economico-sociale e, soprattutto, crisi esistenziali, sono al centro dell'ispirazione del film "Senza fiato": lavoro di intenso spessore psicologico del regista Raffaele Verzillo, originario S. Maria Capua Vetere. L'opera, scritta da Pier Francesco Corona e prodotta da Marco Verzillo, è stata realizzata anche con interpreti particolarmente famosi, tra cui Francesca Neri (stupenda protagonista di numerosi film, tra cui "Le età di Lulù", "Pensavo fosse amore invece era un calesse") e l'espressivo Fortunato Cerlino (celebre per il film "Fortapàsc, la serie "Gomorra", ed altri lavori di impegno), ma pure con l'apporto di interpreti non professionisti, ma che esprimono con naturalezza determinati sentimenti. "Senza fiato" si rivela evocativo, anche perchè girato in luoghi emblematici di Capua e S. Maria Capua Vetere: comuni corrispondenti ai territori della Capua storica, medievale ed antichissima; inoltre, la particolare scelta cromatica, che ha preferito il bianco e nero (ma anche, necessariamente, le intermedie sfumature del grigio) comunica, ancora di più, un sentimento di sommessa malinconia, come se anche le aspirazioni sbiadissero di fronte ad una realtà cruda; il lavoro cinematografico trasmette, però, con calore, anche fiducia nelle nuove generazioni, nella vita che rigenera se stessa, e che offre una possibile motivazione per superare il disorientamento dovuto al senso di vuoto, attraverso un sentimento di nuova pienezza. A chi sottolinea che le generazioni italiane attuali, di adulti non ancora vecchi, hanno avuto la fortuna di non conoscere la guerra, nel film viene risposto che, pur essendo vero ciò, è comunque altrettanto veritiero che, in senso ampio, è una guerra anche quella contro la crisi, che, del resto, ha portano disoccupazione, emigrazione, sfruttamento, deperimento della salute fisica e psichica. La depressione, palese nella figura di Matteo, valido matematico, ma tentato dal suicidio, perchè perso in una cappa di disperazione, è latente in altri personaggi, cui egli chiede invano aiuto, nel cercare di trovare una più valida ragione per vivere: in qualche modo, proprio la crisi di Matteo rende più trasparente la difficoltà nell'individuare una motivazione alla vita pure in coloro che gli sono vicini. Tuttavia, l'ultima parola esprime, per molti versi, il rifiorire di una speranza, in modo che i problemi della vita possano essere superati dalla vita stessa, in modo spontaneo e non del tutto preordinato. Esempio di cinema indipendente, il film ha avuto un ruolo nell'ambito della vita culturale di Capua, con l'incontro tra il regista Verzillo, lo sceneggiatore Pier Francesco Corona e diversi membri del cast, tra cui l'interprete del personaggio di Matteo, Antonio Friello, con studenti di diverse scuole superiori capuane, sabato 7 ottobre 2017, al cinema-teatro "Ricciardi". In particolare, molto fruttuoso e vivo è stato il dialogo tra il regista e molti studenti del Liceo statale "Pizzi" di Capua: è emerso, tra l'altro, l'invito del regista alle nuove generazioni, in particolare, a "non accontentarsi", nonostante le traversie che lasciano, appunto, "senza fiato": richiamo non casuale al titolo del film; scene più volte ricorrenti nella pellicola riguardano, peraltro, corse che lasciano con il fiato corto, simboleggianti, è emerso, anche la corsa della vita, col suo ritmo spesso difficile da seguire ed imposto, a tratti, dall'esterno. Luigi Verzillo ha così espresso pieno plauso riguardo le domande degli studenti, che a loro volta hanno dimostrato, in numero elevato, reale gradimento e partecipazione empatica rispetto alle tematiche proposte
[Questo servizio è stato pubblicato nella versione telematica del giornale Dea Notizie, sul giornale telematico "Caserta24ore", sul mensile "L'Altra Voce" (giornale in carta stampata), sul trimestrale "La Civetta" (giornale in carta stampata)]