"Poggioreale mi è rimasta nel cuore"
" Poggioreale mi è rimasta nel cuore, più che per mia esperienza personale, per il carico di dolore che si porta dietro"; sono alcuni dei passaggi emblematici, che evidenziano sensibilità verso la situazione di tanti carcerati, di una lettera scrittami da Roberto Fiore quando era detenuto a Frosinone, durante un contatto per approfondire il caso che lo ha visto ultimamente protagonista. Una disavventura giudiziaria che lo ha portato a circa sette mesi di carcere preventivo: niente affatto pochi, aggravati da una carcerazione non a norma per gli spazi concessi...undici in una cella. Condizioni drammatiche, tanto che lui ed i compagni di sventura si erano tutti ammalati di covid, curandosi più da soli che con le poche e sporadiche cure prestategli in prigione: del resto, il carcere non è certo un centro di cura specialistico, per cui è lampante la sua inadeguatezza per patologie più serie. Inoltre, Roberto Fiore era anche persona più a rischio di altre, dati i problemi di ipertensione che lo rendevano soggetto più fragile. Eppure, tale drammatica situazione ha rappresentato anche una sorta di provvida sventura: partecipando alla sacrosanta protesta dei detenuti contro condizioni di detenzione vessatorie, Roberto Fiore, storico leader di Forza Nuova, ha aderito alle iniziative di "Nessuno tocchi Caino", in sostegno soprattutto delle iniziative di Rita Bernardini, già in sciopero della fame contro tale situazione. Roberto Fiore e gli altri leaders arrestati hanno, peraltro, aderito all'associazione volontaristica "Nessuno tocchi Caino", confermando la condivisione del suo ripudio della violenza. Così, alcuni dei principali rappresentanti di “Nessuno tocchi Caino”, tra cui Sergio D’Elia e la parlamentare radicale Rita Bernardini, erano andati a trovare Roberto Fiore in carcere a Poggioreale, Napoli. Nessuno tocchi Caino, fin dalle origini, in prima linea contro la pena di morte nel mondo, ma anche contro la morte per pena e la pena fino alla morte, ed in generale il carcere troppo duro e gratuito, del resto, ha appoggiato posizioni garantistiche verso gli imputati, confermando la sua prospettiva assolutamente non settaria. Ancora una volta, l’associazione, impegnata per i diritti umani universali, va oltre le etichette: non è “Nessuno tocchi Caino” ad avvicinarsi ad appartenenze partitiche, ma sono le singole persone ad avvicinarsi ed essere accolte per la battaglia non violenza a favore della costruzione dello Stato di Diritto. La dimostrazione di fronte alla sede della CGL era per protestare contro l’imposizione del green pass, con conseguente penalizzazione anche sul lavoro, con l’unica alternativa di continui tamponi a pagamento; veniva rimarcata l’incoerenza tra la non obbligatorietà del vaccino, ed il cercare in altro modo di condizionare pesantemente. Un’argomentazione che, nei fatti, difendeva le libertà costituzionali, in un clima arroventato in cui non c’è bisogno di essere no vax per notare i toni a volte inaccettabili, approfittando della richiesta di misure di maggiore sicurezza, per imporre misure autoritarie, addirittura con inviti a non curare i no vax: uno dei quali, purtroppo, arrivato anche dal magistrato Gratteri, ma chiaramente non in linea con le leggi ispirate alla Costituzione. Accusati dell'assalto alla sede della CGL di Roma, gli imputati, attualmente agli arresti domiciliari, dopo varie udienze di maggio, hanno visto in effetti allegerirsi notevolmente la propria posizione: accusati inizialmente di devastazione, per i fatti del 9 ottobre 2021 a Roma, è emerso che il corteo fosse in realtà autorizzato, per cui, non essendoci turbativa di ordine pubblico, non si può effettivamente parlare di devastazione; la Digos di Roma, che inizialmente aveva negato che il corteo fosse autorizzato, ha poi dovuto ammetterlo, dati documenti scritti al riguardo che lo hanno provato, per cui "carta canta". Le udienze di 6 e 20 giugno non hanno cambiato i quadro della situazione… Forza Nuova non è stata sciolta, nonostante si fosse ipotizzato: il procedimento per scioglimento non è neppure iniziato; inoltre, a Forza Nuova non è stata contestata la ricostituzione del Partito Nazionale Fascista, in quanto non vuole ricostituirlo, ma solo in parte si è ispirato ad alcuni aspetti di una certa realtà storica, e non è stata accettata la costituzione di parte civile dell’Anpi (Associazione nazionale dei Partigiani d’Italia), in quanto fuori tema. Roberto Fiore era stato ripreso solo fuori dalla sede della CGL, nel corso di un percorso dinamico appunto autorizzato, e mentre cercava di fermare dei facinorosi. Peraltro, il corteo era stato aperto ad alcune decine di migliaia di persone più del previsto, per cui non era difficile ci fosse di tutto tra i dimostranti. Sul caso, pensa anche l’ombra di un’ipotesi di strategia della tensione, di cui la CGL può essere stata, chiaramente, una vittima: l’avere autorizzato più manifestanti del normale, e la confessione di un agente “mimetizzato”, che rovesciava una macchina, per provarne la “forza ondulatoria”, vanno in questa direzione. Chiaramente, quindi, il corteo era autorizzato, e soprattutto, emerge la certezza, sul piano umano, che il male di questa traumatica esperienza sia stato superato da un avanzamento di coscienza, nell’incontro tra persone dalle provenienze più disparate, per costruire meglio una società differente, libertaria e nel rispetto dei diritti di tutti, senza eccezioni. [Questo articolo è stato pubblicato sul giornale on line "Caserta24ore"]