Articolo sui due pesi e due misure

U na delle più palesi ingiustizie dei nostri tempi è data dal sistema dei due pesi e delle due misure adottate dal sistema a dominio americanista-sionista nei confronti dei comportamenti di arabi ed israeliani. Queste ingiustizie sono rese meno trasparenti a causa di un linguaggio mistificatorio che trasforma i coloni abusivi in civili, un esercito d'occupazione illegale in forze regolari, la legittima Resistenza in opera di foschi terroristi... inoltre, si solleva il pretesto dell'integralismo religioso, si racconta della distruzione criminale di case come di una ovvia "reazione", e si potrebbe continuare per molto.

Soprattutto, quello che ad altri non viene perdonato, ad Israele viene permesso senza colpo ferire. Rappresaglie come quelle delle Fosse Ardeatine continuano ad essere da loro considerate crimini di guerra, ma quelle israeliane, che a differenza delle prime coinvolgono donne e bambini innocenti e sono messe in atto contro i patrioti palestinesi, vengono presentate quali atti di legittima difesa: questo, spesso da parte delle stesse persone che esaltano la figura del partigiano della Seconda Guerra Mondiale, evidentemente perchè è più comodo stare dalla parte dei vincitori. L'Iraq è stato sottoposto a 14 anni di embargo criminale, dal 1990 al 2004, quindi anche e soprattutto molto tempo dopo la fine della Guerra del Golfo del 1991, per presunte armi di distruzione di massa (le armi chimico-batteriologiche erano state fornite a Saddam Hussein, prima che questi voltasse le spalle agli yankee, dagli stessi americani, in funzione anti-iraniana, data la svolta antiamericanista di quella nazione) che oramai quel Paese non possedeva più, circostanza confermata dal fatto che non siano state trovate neppure dopo l'ultima aggressione angloamericana della quale erano state il pretesto. L'uso di quel tipo di armi, di fronte ad una così ingiustificabile aggressione, poteva essere legittimo da parte irakena, eppure quelle armi non furono usate perchè non esistevano più.

Bambini arabi palestinesi

Quindi, l'Iraq viene attaccato sia quando viola (e quando conviene condannarlo: non nel caso dell'aggressione a Teheran) sia quando non viola risoluzioni dell'O.N.U, sia con sia senza l'autorizzazione delle Nazione Unite. In Iraq, per cause collegate all'embargo senza scrupoli sono morte circa un milione e mezzo di persone, per mancanza di medicinali, denutrizione, malattie in altri contesti facilmente curabili, indebolimento diffuso che ha fatto diminuire la vita media della sua gente, in una nazione che fino a tempi recenti era tra le più fiorenti del mondo arabo, con molte università dotate di un alto livello a proposito dei settori tecnico-scientifici ed artistico-letterari. Invece, Israele ha violato circa 74 risoluzioni dell'O.N.U., è rimasto impunito a causa dei veti statunitensi, possiede circa 200 testate nucleari illegali (non ha aderito al trattato di non proliferazione nucleare), ma non è stata considerata un bersaglio dallo pseudoidealismo delle guerre a stelle e strisce.

Lo storico romano Tacito

Infatti, Israele è tutt'altro che che una comunità povera ed inerme: si avvale infatti di aiuti militari e finanziari in particolare di americani e delle ricche comunità ebraiche della diaspora, e questo vale già per i primi insediamenti sionisti precedenti allo stesso Stato d'Israele: tra i principali finanziatori d'insediamenti israelitici risultarono tra gli altri i Rothschild, ricchissimi banchieri ebrei d'Europa. Tutt'ora gli israeliti parlano con orrore dei segni distintivi che a volte, fin dal Medioevo, venivano loro imposti, ed in particolare durante i regimi nazifascisti italiano, tedesco, e di altre nazioni alleate, ma considerano senza sgomento il sistema di targhe differenti imposte dal 1967 per distinguere i veicoli dei palestinesi (verdi) da quelli degli israeliani (gialle). Come se non bastasse, mentre lamentano ancora i tatuaggi coi numeri di matricola sugli avambracci di detenuti ebrei dei campi nazisti (i detenuti di quei campi non erano solo ebrei, ma associazioni ebraiche si sono opposte ad un monumento in Germania che ricordasse anche gli internati non ebrei di quei campi), gli stessi ebrei israeliani praticano, tramite Tsahal, l'esercito israeliano, tatuaggi indelebili a civili palestinesi rastrellati in modo illegale. Il tutto viene motivato in modo risibile con l'esigenza di distinguere le generalità dei possibili terroristi, quando per una cosa così basterebbe una foto segnaletica, ed a parte il fatto che Israele ha tutto l'interesse a definire terroristi quelli che in realtà sono combattenti.

I vari ghetti nei quali risiedevano gli ebrei in Europa oggi vengono definiti dagli stessi degradanti, ma i sionisti sono i primi a chiudere i palestinesi in ghetti scollegati, peggiori dei bantustan sudafricani, spesso privati delle risorse essenziali. Inoltre i ghetti ebraici vennero aperti dall'esterno, con leggi emancipatorie dei goym, cioè dei non ebrei (lo ricorda anche il giornalista di origine ebraica, attualmente cristiano ed antisionista, Adam Israel Shamir). Gli ebrei, dal canto loro, ci tenevano invece ad autosegregarsi nei ghetti. I casi di villaggi palestinesi ghettizzati sono centinaia, e sono stati aggravati dalla recente costruzione del Muro (al cui confronto il Muro di Berlino era un'opera in miniatura: dato che era alto 3,6 metri e lungo 155 km, mentre questo è previsto lungo 1000 km ed alto otto metri), definito illegale dalle Nazioni Unite e dalla Corte Europea di Giustizia dell'Aja: molti nuovi casi si sono così aggiunti. Se ne può citare uno per tutti: quello del villaggio palestinese di Mas'ha, situato a 7 km dal confine con l'entità sionista, separato da otto metri di muro di cemento armato dalle proprie terre agricole: il 98% delle terre dei poveri contadini del villaggio.

C'è poi amaramente da tenere presente che il villaggio aveva già perduto gran parte delle sue terre a causa degli insediamenti israeliti di Elkana ed Etz Ephraim. Infatti, il muro non divide affatto Israele dalla Cisgiordania, ma terre cisgiordane da altre terre palestinesi di Cisgiordania, e nonostante la condanna del Muro, l'arroganza dell'occupante ne sta facendo costruire un altro nella Valle del Giordano. Quindi il Muro di Sharon è concepito in modo opposto all'idea dei due popoli due Stati, che comunque a sua volta è molto lontana dall'idea di giustizia: all'epoca della spartizione, che fu senz'altro un crimine, i palestinesi erano circa il 70% della popolazione, nonostante l'illegale immigrazione degli ebrei, che in questo modo si erano triplicati, e possedevano circa il 94% delle terre. Non deve meravigliare che i sentimenti più profondi e prevalenti del popolo palestinese siano tutt'ora a favore di un unico Stato laico di Palestina su tutta la Palestina storica, compreso l'attuale Israele, senza discriminazioni di tipo etnico- religioso: lo possono capire bene in particolare gli irlandesi, che pur avendo ottenuto un proprio Stato, ancora combattono giustamente per riunificare del tutto la Patria con l'aggiunta dell'Ulster (Irlanda del Nord), ed i sudafricani neri, che si opposero a vari bantustan indipendenti che però li defraudavano di gran parte della loro terra. Un altro paragone denso di significato è dato dall'esecrare tutt'ora le leggi degli anni '30 antiebraiche, in particolare quelle di Norimberga che vietavano matrimoni ed anche relazioni sessuali tra ebrei ed ariani, da parte degli ebrei israeliani, e dal confronto con le loro leggi statali e religiose.

Famiglia palestinese sulla propria casa distrutta

Infatti, pur essendoci state storicamente persone di ascendenze ebraiche convertitesi a religioni differenti dall'Ebraismo, e persone non di etnia ebraica convertitesi al Giudaismo (in particolare si ricorda la conversione in massa di gran parte dei kazari nel Medioevo), quello ebreo rimane l'unico popolo che si basi solo sulla religione per definire in modo definitivo la propria identità. Le conversioni all'Ebraismo sono state eccezioni storiche, ed in Israele è stata avallata una legge nata per proibire le conversioni all'Ebraismo. D'altra parte, si tratta anche di una delle differenze fondamentali che portarono alla distinzione tra Cristianesimo ed Ebraismo: mentre il primo è aperto a chiunque voglia accostarvisi, per la religione ebraica è vero il contrario. Si legge infatti in Genesi 47b:" I proseliti sono dannosi ad Israele come la scabbia". Inoltre, le persone di discendenza ebraica (l'Ebraismo di solito si trasmette per via materna) che si convertono a religioni diverse dal Giudaismo sono considerate ex ebree dagli stessi israeliti, e, quando sono residenti in Israele, hanno carte d'identità diverse da quelle degli ebrei israeliani. Naturalmente questo vale per quelle persone che erano emigrate in Israele prima della conversione: per quelle che abbiano abiurato l'Ebraismo prima, non è più possibile emigrare in Israele avvalendosi della "Legge del ritorno", che consente a qualunque ebreo di stabilirsi in Israele e non di rado anche nelle colonie nei Territori occupati. Di queste concezioni si può trovare conferma in numerose fonti, tra cui la stesso Atlante delle religioni della Utet. Inoltre, in Israele in molti propongono di privare della cittadinanza le persone che abbiano abiurato il Giudaismo. I primi ad essere contrari ai matrimoni misti sono gli stessi sionisti, basandosi sui divieti riguardanti i matrimoni tra ebrei e goym presenti nella stessa religione israelitica: ad esempio in Genesi Giacobbe 28, 1; Esodo 34, 16; Deuteronomio 7, 3 ed in altre fonti ancora. Questa idea si ripercuote anche nella legislazione statale israeliana, dove non esiste il rito civile per gli sposi e sono possibili solo i matrimoni religiosi (lì, a differenza che altrove, non è possibile un rito religioso doppio per un matrimonio). Insomma, prima di valutare i comportamenti degli altri, i sionisti dovrebbero dare un'occhiata ai propri, anche perchè il loro stato d'isolamento morale, nonostante il notevole potere politico conseguito, non è occasionale, e data molto prima del conflitto con i palestinesi, il nazifascismo ed addirittura l'affermarsi del Cristianesimo quale religione maggioritaria in Europa. Basti ricordare il caso tutt'altro che isolato dello storico romano pagano Tacito che, riferendosi ad atteggiamenti inqualificabili ed avidi di esponenti della comunità ebraica, rilevò a sua volta il loro criterio dei due pesi e due misure con queste parole: "Si aiutano l'un l'altro con lo stesso impegno con il quale, da nemici, odiano tutto il resto del genere umano" (fonte: "Storie", libro V, 5; un'analoga considerazione è espressa dallo storico latino anche negli "Annali", XV, 44).[Questo articolo è stato pubblicato sui seguenti giornali: il Quotidiano di Caserta, Avanguardia, Rinascita, Ciaoeuropa, Ordine Futuro, Napolibera, IRIB (nella versione on line della radio giornalistica iraniana)]



Antonella Ricciardi