Cronache dal Campo Antiimperialista
D al 31 agosto al 5 settembre, all'Isola Polvese, sul Lago Trasimeno, si è svolto l'ormai tradizionale appuntamento estivo del Campo Antiimperialista, che si tiene da diversi anni a questa parte, in località solitamente poste tra l'Umbria e la Toscana, regioni da cui provengono molti dei suoi attivisti. La scelta della Polvese di quest'anno aveva trovato delle iniziali difficoltà: dopo una prima regolare prenotazione, infatti, dell'ostello dell'isola, il presidente della giunta provinciale di Perugia, Cozzari, senza consultare il Consiglio provinciale, si era opposto alla presenza del Campo sul luogo, affermando che la Polvese era riservata a "pacifici turisti" di quella stagione. La questione si era sostanzialmente risolta con uno slittamento del Campo estivo, che pure da mesi era previsto per il periodo 5-10 agosto, a quasi un mese dopo, appunto: ciò ha tuttavia impedito la presenza di diversi ospiti già in elenco, impossibilitati a giungervi dal differente periodo dell'anno. All'ordine del giorno del programma del Campo, federazione di varie correnti politiche, unite da una comune concezione antiimperialista (è importante ricordare inoltre che qui si sta trattando della sezione italiana del Campo, che è una realtà transnazionale), c'era il sostegno a diversi movimenti rivoluzionari e di liberazione nazionale, dalla Somalia delle Corti islamiche (riguardo la quale l'intenzione era di smontare una serie di pregiudizi islamofobi), ai movimenti antisionisti di Hamas, palestinese (il Campo Antiimperialista sostiene infatti un unico Stato su tutta la Palestina storica, senza discriminazioni: se il diritto internazionale venisse davvero applicato in quelle terre, infatti, anche con il ritorno dei profughi arabi, democraticamente quelle popolazioni si autodeterminerebbero, definendo il proprio territorio Palestina, appunto) ed Hezbollah, libanese, al supporto alle riforme sociali ed alla politica estera anticolonialista del venezuelano Chavez allo sforzo per unire i vari elementi delle Resistenze irakena ed afghana all'occupazione militare statunitense, spesso divise da profonde fratture e torti storici tra varie fazioni. In particolare, è stato evidenziato quanto il sostegno al popolo irakeno che resiste ed al governo iraniano di Ahmadinejad sia giusto e necessario, ma non possa per questo fare ignorare la necessità di una critica sia alla tattica iraniana di operare con proprie milizie all'interno dell'Iraq, in nome del sostegno alla popolazione irakena sciita (comportamento che però, nei fatti, rende meno difficile l'occupazione U.S.A.), che alla propensione di molti irakeni di diffidare spesso più di Teheran che di Washington. Si tratta, infatti, di un lascito non solo della logorante guerra Iran-Iraq (1980-1988), ma anche di una questione storica più profonda e radicata, in quanto le terre di confine tra Iran e Iraq sono da oltre mille anni territori zone d’incontro ma a volte anche di attrito tra la civiltà persiana e quella araba. Un'altra questione chiave discussa al Campo è stato il no espresso dai relatori alla missione multinazionale in Libano: rifiuto motivato dall'analisi che tale azione possa servire a fare riuscire a quei militari ciò che ad Israele non è riuscito, cioè il disarmo di Hezbollah, che è stato invece la colonna dell'opposizione alla presenza militare israeliana nel Sud del Paese dei Cedri. Certo, Hezbollah (che non è solo una milizia, ma è anche un partito libanese accreditato in Parlamento), per evitare una continua aggressione israeliana, ha accettato la missione internazionale, ma da parte degli esponenti del Campo è stato evidenziato che, mentre il Libano è un Paese oppresso dall'imperialismo che non sempre può opporsi a certi diktat, tocchi invece proprio a chi viva in Paesi che siano nel cuore dell'imperialismo fare opposizione a questo riguardo. D'altra parte lo stesso movimento sciita Hezbollah ha sempre rifiutato, considerandola pericolosa per la stessa autodifesa del Libano, l'imposizione del disarmo, prospettando invece la proposta di una propria integrazione, in quanto corpo a sè stante, nell'esercito regolare libanese. Tra i relatori intervenuti sulle varie questioni (compresa anche la propria concezione del marxismo, delle sue prospettive e dei problemi a questo connessi) c'erano sia esponenti del Campo Antiimperialista, sia di altri movimenti affini: in particolare sono da ricordare gli interventi di Moreno Pasquinelli, alla direzione del Campo, di Maria Grazia Ardizzone, a sua volta con un ruolo di rilievo nel gruppo, di Leonardo Mazzei, membro del Campo e portavoce della sezione italiana del transnazionale Comitato Iraq Libero, di Wilhelm Langhtaler, della sezione austriaca del Campo, di Marino Badiale (che con il suo libro critica in particolare la tendenza all'accettazione della cooptazione di una sinistra sedicente radicale, in primis di Rif. Comunista), di Roberto Massari, editore delle omonime edizioni, membro di Iraq Libero e di Utopia Rossa, del messicano Miguel Martinez, del gruppo Legittima Difesa, con un ruolo fondamentale nella Islamic Anti-Defamation League (I.A.D.L.). Proprio la I.A.D.L. ha di recente vinto una causa intentatole dall'ebraica, potentissima, Anti-Defamation League (A.D.L.), in quanto le due associazioni erano quasi omonime: l'organizzazione musulmana aveva risposto di non avere certo avuto intenzione di compiere un voluto accostamento tra i due gruppi, anche perchè si sarebbe ritenuta offesa dal vedersi collegata a tale organizzazione israelita sionista; inoltre, la I.A.D.L. ha così ottenuto il diritto di avere un risarcimento dall'A.D.L., essendo stata molestata da quest'ultima..... In effetti, di una serie di risposte concrete che contrastino ingiusti pregiudizi anti-islamici c'era molto bisogno, già da prima dell'11 settembre 2001: basti pensare che, attorno all'epoca della Guerra del Golfo, un noto settimanale italiano, L'Europeo, potette uscire con in copertina questo titolo del tutto infondato: "Nel Corano è scritto: «Uccidere un curdo non è peccato»", mentre tale frase non è affatto parte del Corano, di certo...si trattava invece di un'affermazione, quella che indicava appunto che non fosse riprovevole uccidere un curdo, attribuita a Khomeini dai suoi nemici, con l'intenzione di screditarlo.... I curdi stessi sono quasi tutti musulmani, ed anche questo fattore avrebbe dovuto spingere perlomeno ad approfondire prima di scrivere, dato che sarebbe stato illogico altrimenti che tale popolo avesse abbracciato una fede che lo tenesse in così bassa considerazione.... Il Campo estivo Antiimperialista era inoltre aperto ad ogni antiimperialista, per cui tra coloro che vi hanno partecipato vi erano anche persone che non erano parte integrante del Campo, ma suoi simpatizzanti...tra l'altro vi erano presenti anche elettori dei Comunisti Italiani, di Rif. Comunista ma in dissenso rispetto alla Linea di Bertinotti, c'era chi veniva dai Comitati di Appoggio Alla Resistenza-Per il Comunismo (C.A.R.C., partito a sinistra di Rifondazione, piuttosto ramificato nella varie regioni italiane), chi apparteneva in realtà alla destra radicale ed era presente per una condivisione di una linea antisionista, per un'Italia ed un'Europa veramente indipendenti al di fuori della N.A.T.O., per una politica contraria alle guerre unilaterali dell'amministrazione Bush, per una particolare attenzione a favore della natura... (è stato ricordato anche l'appoggio alle popolazioni della Val di Susa, zona un tempo prevalentemente leghista, all'opposizione alla TAV), e così via [la posizione ufficiale del Campo Antiimperialista è di non collaborazione con l'estrema destra, pubblico questa precisazione su richiesta dello stesso Campo Antiimperialista]. Spesso, il Campo è stato demonizzato proprio con l'accusa di avere creato un connubio con elementi di estrema destra, con una sinergia che avrebbe unito il peggio (secondo alcuni) dei due schieramenti. Si è trattato di un allarmismo creato in modo artificiale, deformando e demonizzando una serie di elementi di altra natura: tra questi ci sono stati l'adesione al Campo Antiimperialista della componente comunitarista, in parte formata da ex fascisti di "Costruiamo L'Azione" e del Fronte sociale Nazionale, tra cui Maurizio Neri della rivista politico-filosofica Comunitarismo, della pubblicazione di un affettuoso necrologio sulla rivista Voce Operaia del Campo nei confronti di un sindacalista missino della Cisnal morto in circostanze molto tristi, (Voce Operaia era il giornale che ha preceduto le successive testate legate al Campo: Praxis ed Eretica), dell'adesione della giornalista e studiosa Alessandra Colla, collaboratrice in particolare del giornale Orion, orientato nel senso della destra radicale, ad una Lista antiamericanista che da molti mass media è stata associata al Campo, oltre che alla sua partecipazione ad un incontro a Roma promosso dal Campo, e dalla pubblicazione di alcuni suoi scritti su Praxis [il che però non indica alcuna alleanza politica rossobruna]. Inoltre, Costanzo Preve, filosofo e studioso, allievo indipendente di Marx e collaboratore della rivista Eretica, ha pubblicato libri anche con case editrici che pubblicano molti testi di autori di destra radicale (ad esempio la Settimo Sigillo, La Edizioni all’Insegna del Veltro, la Controcorrente), senza snaturare il proprio pensiero, sempre alla ricerca della verità [Costanzo Preve non è però parte del Campo Antiimperialista, non ne fa proprio il profilo ideologico, e non era presente alla Polvese]. Altri elementi che hanno portato ad un ingiusto isterismo contro il Campo Antiimperialista sono state le notizie circolate di pubblicazioni di diverse adesioni di persone legate alla destra radicale a varie iniziative a favore della giustizia, in Iraq ed altrove. Non si tratta di un'alleanza politica tra gruppi di sinistra e destra radicali (il Campo rimane un'organizzazione fondamentalmente parte dell'estrema sinistra), ma di alcune considerazioni sorte spontanee e di alcuni rapporti umani: tra i relatori del Campo, c'è chi ha sottolineato che, pur essendoci degli argomenti positivi su certi argomenti da parte di esponenti di destra socialnazionale, una certa sinistra sottolinei meglio il tema dell'eguaglianza, c'è chi ha criticato il settarismo che ancora permane a sinistra, affermando che a destra tanti sono aperti al dialogo, ma incontrano orecchie sorde, e ciò deve cambiare [la posizione ufficiale del Campo Antiimperialista è in ogni modo di non collaborazione con la destra radicale, anche qui preciso la questione]. Intanto, l'accusa di collusione col nazismo viene adoperata oramai molto spesso, quale argomento favorito, per mettere a tacere ogni obiezione ad un certo tipo di politica: ad esempio, volendo portare un caso internazionale, si può ricordare la storia molto triste della pacifista americana Rachel Currie e del giornalista inglese Tom Hurndall, purtroppo assassinati dai militari di Tsahal, l'esercito ebraico; di recente, infatti, Zalman Shoval, in veste di presidente del Likud mondiale, che era anche consigliere di Sharon, ha dichiarato al New York Times che Rachel e Tom erano dei neonazisti, perchè erano militanti "Dell'International Solidarity Moviment per la Palestina, colluso con ambienti neonazisti, tutti coinvolti nel complotto antisemita". Le dichiarazioni di Shoval sono in questo senso esemplari, per la loro avvilente mescolanza di critiche infondate riguardo la presunta adesione al nazismo dei due giovani e di un uso improprio dell'espressione "antisemitismo", quando anche gli arabi palestinesi sono semiti. Purtroppo, tornando alle vicende del Campo Antiimperialista, spesso non sono prevalse, da parte di molti osservatori, considerazioni che mettessero in rilievo che gli esponenti del Campo non potessero certo scegliere coloro i quali avrebbero aderito a loro iniziative, e neppure si è di solito considerato che possa invece essere una cosa bellissima l'unirsi nonostante delle differenze d'impostazione. Oltretutto, non è stata di solito messa in primo piano neanche la considerazione di quanto la distinzione tra le varie destre e sinistre stia diventando sempre più artificiosa, in particolare con una destra ed una sinistra governative che si differenziano molto poco nella propria subordinazione al dominio americano sulla scena politica italiana: avrebbe molto più senso, ad esempio, basare uno spartiacque su chi sia favorevole e chi no alla presenza in Italia di oltre cento basi americane, normalmente con armamento atomico (mentre la maggioranza degli italiani aveva detto no al nucleare per il proprio Paese), e tutto ciò a più di 60 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e da una quindicina di anni dalla caduta dei regimi comunisti nell'Europa dell'Est [tali considerazioni sulla positività di una collaborazione tra forze di origine diversa e sull'esaurimento della dicotomia destra-sinistra sono mie opinioni,e non corrispondono alle posizioni dei dirigenti del Campo Antiimperialista, del quale non sono parte integrante]. In questo clima, non stupirono molto gli ingiusti arresti nei confronti di tre membri del Campo nel 2004 (Moreno Pasquinelli, Maria Grazia Ardizzone ed Alessia Monteverdi), accusati di legami con un gruppo di opposizione turco sospettato di terrorismo: accuse in seguito rivelatesi appunto infondate. In effetti, certe posizioni "anticonformiste" del Campo possono leggersi alla luce di un semplice buon senso: durante uno dei convegni alla Polvese è stata auspicata ad esempio una libertà di ricerca storica sul tema dell'Olocausto, contro quindi misure legali a sfavore degli storici revisionisti [non si trattava però di un convegno specifico su ciò, ed inoltre questo non vuol dire che il Campo sposi posizioni negazioniste], e già da tempo il Campo Antiimperialista considera le stragi atomiche di Hiroshima e Nagasaki un simbolo dei crimini commessi dal governo americano...senza farsi ricattare dalla considerazione che il Giappone fosse parte dell'Asse delle potenze fasciste, in quanto un crimine è sempre un crimine, a maggior ragione considerando che il Giappone fosse già prostrato al momento. Forte è stato inoltre l'intervento al Campo del rabbino, ebreo ortodosso ed antisionista, Moshè Friedman, della comunità ebraica di Vienna: quest'ultimo è membro del Gruppo dei Neturei Karta, ebrei contrari allo Stato ebraico in quanto inconcepibile senza la redenzione di un Messia, mentre il popolo ebreo sta scontando i suoi peccati nella Diaspora, a loro avviso: si tratta di una interpretazione tratta soprattutto dal Talmud, di origine più tarda rispetto alla Torah, i primi cinque libri della Bibbia. Friedman ha sostenuto la falsità dell'equazione tra antisionismo ed antisemitismo, affermando tra l'altro che un vero e proprio genocidio ha colpito il popolo palestinese. Il rabbino, inoltre, ha criticato l'atteggiamento di una parte della Chiesa cattolica, valutata non essere abbastanza ferma nei confronti d'Israele, a causa proprio della potenza e delle infiltrazioni del sionismo, oltre ad avere evidenziato quanto gli ebrei godano in realtà di ottime condizioni di vita in Iran. D'altra parte, il rabbino Friedman non è certo l'unica persona di origine ebraica ad esprimere opinioni di questo tipo: basti pensare, per fare un solo esempio, all'inglese di ascendenze israelite Gilad Atzom (il quale è invece un ex ebreo dal punto di vista religioso), che a sua volta si è espresso più volte in modo inequivocabile contro il sionismo [non era presente alla Polvese, e non è in contatto con il Campo], ad esempio con questa dichiarazione: “Conosco i sionisti, penso che costituiscano la più grande minaccia alla pace mondiale, sostengo che sono criminali di guerra, li combatto e cerco di contribuire al loro fallimento. Scrivo su di loro, compongo della musica contro di loro, ma conosco la loro logica. Conosco i loro trucchi e so esattamente dove stanno puntando e faccio del mio meglio per fermarli” (A questo proposito, si può consultare il suo sito, www.gilad.co.uk, precisamente al link http://www.gilad.co.uk/html%20files/notin.html). Più chiaro di così.... [Questo articolo è stato pubblicato sui seguenti giornali: Ciaoeuropa, Dea Notizie, Caserta24ore, Corriere di Aversa e Giugliano]