Sesta intervista ad Antonella Ricciardi condotta dall'agenzia giornalistica iraniana IRNA
Gentilissima collega,
l’Alto Rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione europea, Catherine
Ashton, ha rifiutato l’invito che
Teheran aveva rivolto ad alcuni ambasciatori stranieri presso l’Aiea, a
visitare i siti nucleari iraniani, in vista dell’incontro con i 5+1 (Stati
Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) in programma a fine
gennaio dicendo “non è compito nostro fare gli ispettori”.
Nei giorni scorsi, Teheran ha annunciato di aver invitato i diplomatici di
alcuni paesi membri dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) a
visitare il suo impianto per l'arricchimento dell'uranio a Natanz e il reattore
ad acqua pesante di Arak.
L'invito è destinato a dimostrare che l'Iran non ha mai cercato di dotarsi di
armi nucleari e non intende provarci in futuro e a contrastare le iniziative di
paesi come Usa, Francia e Regno Unito destinate a rallentare i colloqui sul
programma atomico di Teheran.
Ma se la Ashton conferma che non è compito dell’Ue fare gli ispettori e a
visitare i siti nucleari –si chiedo gli esperti Iraniani - allora perché
l'Ue partecipa al tavolo dei negoziati con l’Iran e reagisce negativamente al
buon senso di Teheran?
Lei cosa ne pensa… ?
Penso che della posizione della Ashton trapeli un autentico
imbarazzo, perchè la posizione di trasparenza sull'energia nucleare da parte
dell'Iran è proprio ciò che può rendere il gruppo di coloro che dovrebbero
vegliare sulla regolarità del progetto iraniano non il solito insieme troppo
omogeneo di Paesi ,caratterizzato da posizioni aprioristicamente pregiudiziali
nei confronti del governo iraniano. Da ciò deriva anche la contraddizione
effettivamente esistente tra l'affermare, da parte della Ashton, che non sia
compito di ambasciatori di Stati dell'Unione Europea lo svolgere un simile
controllo e la presenza della stessa UE, appunto, durante i negoziati con l'Iran
sul tema. Ricordo, per ricapitolare di più la vicenda, che il governo di
Ahmadinejad aveva rivolto l'invito ad alcuni ambasciatori stranieri presso l’Aiea
in vista dell’incontro con i 5+1 in programma per la fine di questo mese.
L'invito era stato rivolto al governo ungherese (in quanto l'Ungheria presiede
attualmente l'Unione Europea), alla Russia, alla Cina, oltre che ai Paesi della
Lega Araba che siedono nel consiglio dei governatori dell’Aiea e a diversi
appartenenti al Movimento dei Non allineati, tra i quali il governo cubano. Non
erano stati invitati, invece, gli ambasciatori degli Stati Uniti (la cui
diplomazia è stata poco diplomatica, reagendo in maniera scomposta e definendo
in maniera ingiusta "una buffonata" l'iniziativa iraniana), della Gran Bretagna,
di Francia e Germania: governi, cioè, che avevano spesso espresso posizioni di
prevenzione verso il governo di Teheran. L’Unione europea, confermando di aver
ricevuto l’invito, aveva precisato che avrebbe risposto solo “dopo aver
consultato i suoi partner internazionali”. Il 7 gennaio, la Ashton aveva
fatto sapere di essersi consultata anche con Russia e Cina prima di prendere una
decisione. Tali prevenzioni sono confermate anche dal fatto che diversi
diplomatici provenienti dall'area occidentale avevano affermato che la mossa
iraniana era stata solo un tentativo di creare divisioni all’interno del gruppo
del 5+1, ed avevano invitato Mosca e Pechino a rifiutare l’invito di
Teheran per non dividere il fronte unito dei cinque membri permanenti del
Consiglio di Sicurezza dell’Onu, più la Germania, sul dossier nucleare iraniano.
Tuttavia, la stess a Catherine Ashton ha
dovuto affermare che nulla ha contro
l'invito iraniano, ed ha pure dovuto riconoscere, riguardo i prossimi colloqui
sull'argomento, previsti ad Istanbul, che, nella loro preparazione, gli
iraniani sono stati intensamente collaborativi...
Intervista ultimata il 10
gennaio 2010 e pubblicata tradotta in farsi, il persiano moderno, sul
sito dell'agenzia
d'informazione.