Ottava intervista ad Antonella Ricciardi condotta dall'agenzia giornalistica iraniana IRNA
IRNA: “La risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite relativa al conflitto in atto in Libia proposta da Stati Uniti , Francia, Libano e Regno Unito, chiede «un immediato cessate il fuoco» e autorizza la comunità internazionale ad istituire una no-fly zone in Libia e a utilizzare i mezzi necessari per proteggere i civili ed imporre un cessate il fuoco. Obiettivo della risoluzione: mettere fine alle violazioni dei diritti delle popolazioni civili libiche soggette agli attacchi delle truppe lealiste di Muammar Gheddafi. L’azione militare, guidata diplomaticamente e militarmente da Parigi, Londra e Washington, è stata subito insignita del nobile vessillo di 'guerra umanitaria' a difesa dei civili libici. L’alleanza con più di 350 aerei e decine di navi da guerra e basi militari ha attaccato Libia e causato la morte di diverse centinaia tra la popolazione civile. E sembra non finire qui e che la cosiddetta guerra umanitaria continui a discapito della popolazione. Mentre la reazione della comunità internazionale di fronte alla rivolta sciita del Bahrein e verso le barbarie imposte dal regime con l’aiuto dei militari dell’Arabia saudita, è stata l’indifferenza . Lei cosa ne pensa …?” Ricciardi: “Certamente ci troviamo di fronte a uno stravolgimento della stessa risoluzione 1973 dell'ONU, che prevedeva, appunto, non una escalation della guerra, ma, semplicemente, una «no fly zone» per proteggere i civili, fondamentalmente di Bengasi e dintorni, dal dilagare della guerra e da eventuali ritorsioni delle truppe di Gheddafi. Con tale «no fly zone» nulla hanno a che fare i bombardamenti su aerei fermi a terra, che quindi non stavano violando tale zona di non volo (peraltro subito accettata dal governo di Gheddafi, anche se a tale accettazione non si è voluto dare fiducia...eppure, si sarebbe dovuto almeno verificare seriamente, prima, se Gheddafi stesse seriamente rispettando tale divieto appena imposto, riguardo il quale gli insorti avevano tutto l'interesse ad affermare che non stesse venendo rispettato). Nulla hanno a che fare con la «no fly zone» i bombardamenti sui civili, ad esempio a Tripoli, quindi in una zona del tutto esterna alla «no fly zone», dei dintorni di Bengasi, e nulla hanno a che vedere con essa le bombe sui bunker di Gheddafi...in questo modo ci si mette sullo stesso livello del governo di Tripoli, anzi si scende sotto questo livello, tentando direttamente l'eliminazione, forse anche fisica, di Gheddafi, cosa che certo non è negli obiettivi della risoluzione ONU, che non autorizza di sicuro l'assassinio. Naturalmente, si è purtroppo ancora una volta di fronte al sistema iniquo dei due pesi e delle due misure: nessuna «no fly zone» è stata imposta su Gaza, dove nelle ultime settimane sono stati uccisi decine di palestinesi, forse perchè lì non c'è il petrolio; si biasima Gheddafi per l'uso dei mercenari dell'Africa subsahariana, ma, appunto, non si muove un dito per aiutare il movimento rivoluzionario e democratico della popolazione sciita del Bahrein (cioè della stragrande maggioranza di quel popolo, per la quasi totalità, appunto, di confessione sciita) contro il governo autoritario ed oppressivo dell'emiro sunnita, il quale non si è fatto scrupoli di far intervenire in suo favore truppe straniere, cioè, appunto saudite, quindi del Paese più oscurantista dell'area, che, a sua volta, ha represso sul nascere un movimento interno che invocava riforme di libertà. Tornando alla Libia, l'idea di bloccare la guerra, di proteggere i civili di una parte del Paese che era in dissenso aperto con Gheddafi poteva avere una sua condivisibilità, ma non andava assolutamente affermata con una guerra, peraltro di natura neocolonialista... andavano, invece, favorite delle iniziative che ridessero spazio alla trattativa politica. Purtroppo, invece, ancora una volta è tristemente prevalso un ignobile interesse imperialistico, a cominciare dalla posizione del francese Sarkozy, che voleva recuperare le concessioni petrolifere da cui era stata tagliato fuori dopo l'accordo italo-libico...tant'è che Sarkozy ha fatto alzare in volo aerei bombardatori ancora prima che terminasse il vertice, lo scorso 19 marzo, che doveva decidere se approvare la «non fly zone» (e i bombardamenti non erano proprio in discussione). Non a caso, quindi, anche gruppi di Stati che non erano contrari del tutto alla zona di non volo (ad esempio quelli rappresentati dalla Lega Araba, la Russia, ecc...) hanno parlato apertamente di uno stravolgimento (e quindi di un non rispetto) della risoluzione 1973 delle Nazioni Unite... Intervista pubblicata tradotta in farsi, il persiano moderno, sul sito dell’agenzia d’informazione http://www.irna.ir/NewsShow.aspx?NID=30348611



Antonella Ricciardi , Intervista del 15 aprile 2011