Intervista con Giosuè Bruno Naso |
Parla Giosuè Bruno Naso, affermato avvocato penalista di Roma, da anni protagonista di vicende processuali di intensa importanza giudiziaria, e che, a tratti, hanno coinvolto anche il piano politico e quello storico: tra i vari casi dei quali l'avvocato Naso si è occupato, sono da ricordare in particolare, tra gli altri, un suo ruolo nel processo Andreotti (nel quale difendeva Massimo Carminati), oltre che di difensore del capitano tedesco Erich Priebke, di una maestra del caso di Rignano Flaminio, della parte palestinese per l'attentato del 1985 presso il «Cafè de Paris» di via Veneto, a Roma (nei dintorni dell'Ambasciata Statunitense), di Francesco Storace per diverse vicende: dalla «Laziomatica» al presunto vilipendio ai danni dell'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel dialogo sotto riportato l'avvocato Naso espone, specificamente, importanti questioni riguardanti la sua tesi difensiva a proposito dell'ultimo caso giudiziario che ha coinvolto Massimo Carminati: già noto in quanto militante di ispirazione neofascista, oltre che esponente della banda della Magliana. Pur riconoscendo un certo ruolo «storico» nell'ambito dell'eversione politica e della devianza comune del suo assistito, l'avvocato Naso ritiene ingigantite a sproposito diverse accuse nei confronti di Carminati. A riguardo, è utile ricordare che Massimo Carminati era stato arrestato nel dicembre 2014, assieme ad altre 36 persone, tra cui Salvatore Buzzi, già pregiudicato, nell'ambito dell'inchiesta denominata "Mondo di Mezzo"; le accuse nei suoi confronti sono state quelle di associazione per delinquere di stampo mafioso, turbativa d'asta, corruzione, false fatturazioni, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori. Gli interessi coinvolti nell'inchiesta "Mondo di Mezzo", poi, riguardavano una fetta significativa del mondo politico-istituzionale ed imprenditoriale di Roma, con ramificazioni nell'ambito del finanziamento politico, degli appalti, della gestione di campi rom e di centri di accoglienza per immigrati. Lo stesso ex sindaco della capitale, Gianni Alemanno, risulta indagato in tale inchiesta. La tesi dell'avvocato G.B. Naso, esposta con molta chiarezza dialettica, è, appunto, che una parte delle accuse rivolte a Massimo Carminati sia stata ingigantita a sproposito, e, per alcuni aspetti, che qualche circostanza contestatagli non sia provabile.
Ricciardi: " In estrema
sintesi, può spiegare almeno le ragioni principali per cui ritiene che l'accusa
di associazione per delinquere di stampo mafioso sia un capo d'accusa non
idoneo, rispetto alla realtà dei fatti ed ai principi del Diritto, riguardo il
suo assistito Massimo Carminati?"
Naso: "Sì, dunque, è singolare che proprio in questi giorni, sulla stampa
quotidiana, si denunci socialmente il malaffare, a commento delle vicende che
riguardano principalmente il comune di Roma, ma non soltanto il comune di Roma:
mi riferisco alla vicenda della TAV, la questione che riguarda l'ingegner
Incalza, mi riferisco alle vicende del Mose di Venezia, mi riferisco alle
vicende dell'Expò di Milano...tutte vicende nelle quali la magistratura è
intervenuta con provvedimenti cautelari sia personali che di natura reale,
denunciando un sistema corruttivo, un sistema di inquinamento del funzionamento
della pubblica amministrazione come un fattore endemico di questa politica e di
questa società. Allora, se questo è vero, e temo che in gran parte sia vero, e
che sia confortato da una serie di elementi di riscontro oggettivo che questa
denuncia di carattere sociale riceve, anche da parte della magistratura, non
riesco a comprendere la ragione per la quale questo stesso aspetto del problema
a Roma si debba manifestare attraverso il richiamo di realtà criminali come
quelle dell'associazione di stampo mafioso. Io mi sono permesso di dire, a
commento dell'ordinanza, quando sono stato intervistato da altri mezzi di
informazione, che in questo momento, nel nostro Paese, e anche a Roma, al
comune di Roma: nella realtà politica romana, negli enti locali di Roma, del
Lazio e di tutta Italia, più che associazioni di stampo mafioso, purtroppo ha
allignato un sistema di cultura mafiosa: che è qualche cosa, però, di
sostanzialmente diverso..."
Ricciardi: "A Roma,c'è stata anche la vicenda delle critiche radicali alla
gestione di Zingaretti, tra le varie vicissitudini..."
Naso: "Allora il problema è che siamo di fronte ad una struttura
politico-amministrativa dello Stato, degli enti locali, degli enti
comunali..della Pubblica Amministrazione, che è connotato da una serie di
fattori di inquinamento, da fattori distorcenti il regolare funzionamento della
Pubblica Amministrazione, di corruttela diffusa...ma tutto questo nulla ha a che
vedere con il fenomeno di stampo mafioso, così come storicamente e
giudiziariamente abbiamo avuto la sventura di conoscerlo nel nostro Paese. Il
sistema di stampo mafioso presuppone un controllo del territorio, attuato
attraverso la intimidazione e la violenza, cosa che in tutti questi fenomeni, e
sicuramente nella vicenda di «Mafia Capitale», non esiste. L'associazione di
stampo mafioso presuppone uno stretto legame interpersonale tra i cosiddetti
sodali dell'associazione...cosa che, nella vicenda denominata «Mafia Capitale»
non esiste: addirittura, alcuni indagati non ne conoscono altri... E, quindi,
voglio dire, sono carenti proprio gli elementi strutturali che consentono di
affermare la sussistenza di un'associazione di stampo mafioso. E', quella di
Roma, purtroppo, una squallida, conosciuta vicenda di corruttela a livello
amministrativo, che purtroppo si è verificata: certamente non è un fenomeno
commendevole, non è un fenomeno da sottovalutare, da ritenere meno grave o meno
pericoloso di altri, ma non ha niente a che vedere con l'associazione di stampo
mafioso. Questo è quello di cui sono convinto, e questo è quello che sono
convinto emergerà all'esito della celebrazione del processo, se il processo sarà
stato fatto, istruito e seguito con distacco, con serenità, con obiettività, e
non coltivando un pregiudizio".
Ricciardi: "A proposito di pregiudizio, lei mi ha dato un appiglio molto
interessante per un'altra domanda, uno spunto molto interessante: pensa che
possa aver pesato un pregiudizio politico nel rilievo attribuito a Massimo
Carminati, oltre che esponente della banda della Magliana, un tempo militante
della formazione neofascista NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), in questa
vicenda?"
Naso: "Enormemente; Carminati paga, da trent'anni, a questa parte, un prezzo
altissimo a questo pregiudizio. Io non ne sono indicare le vere ragioni, per le
quali questo pregiudizio si è formato, ma non c'è dubbio che Carminati ha dovuto
convivere con la fama, assolutamente infondata, di soggetto intraneo, o comunque
non estraneo, al mondo dei servizi segreti: ovviamente, servizi segreti segreti
deviati: non quelli retti. Carminati ha dovuto convivere con la fama,
assolutamente infondata, di soggetto pronto a qualsivoglia azione, operazione:
anche le più ardite e delicate... leggasi il ruolo di killer del giornalista
Mino Pecorelli..."
Ricciardi: "Fu coinvolto, infatti, nel processo Andreotti..."
Naso: "Era stato accusato di essere al soldo del senatore a vita Giulio
Andreotti".
Ricciardi: "Ricordiamo che la vicenda si concluse con un'assoluzione".
Naso: "Sì, comunque Carminati ha dovuto pagare un prezzo altissimo al
pregiudizio in forza del quale sarebbe stato il soggetto di collegamento tra la
criminalità organizzata e quella eversiva, sol perchè in carcere aveva avuto
dimistichezza con gente come Giuseppucci o Abbruciati. Insomma, Carminati è una
vita che convive con pregiudizi, che poi, all'esito di verifiche dibattimentali
serie, di verifiche processuali serie, si sono rivelate, appunto tali:
pregiudizi. Eppure, ciò nonostante, quindi nonostante le sentenze di
assoluzione, ancora si indica il Carminati come soggetto dei servizi segreti
deviati, come soggetto al soldo di Andreotti e Vitalone, come soggetto dal
passato equivoco".
Ricciardi: "C'erano state anche accuse del pentito Abbatino, credo, che poi
non avevano avuto riscontro, tra le altre...".
Naso: "Ecco".
Ricciardi: "Ancora a proposito di Carminati, ci sono altre accuse, in questo
processo «Mafia Capitale» contestate a Carminati che lei ritenga possano essere
state ingigantite a sproposito o essere addirittura del tutto infondate? Se sì,
di cosa si tratta, e per quali motivi?"
Naso: "Guardi, la gente comune, purtroppo, la gente che viene
sistematicamente disinformata da una stampa al servizio delle Procure della
Repubblica, non sa, per esempio, che nel processo «Mafia Capitale», a Carminati,
e ad altri imputati, non solo a Carminati, sono state contestate talune
estorsioni e tentativi di estorsione (l'estorsione è quello che volgarmente
viene chiamato ricatto) senza che le persone offese, cioè i presunti destinatari
di questo ricatto, siano stati interrogati; il che è surreale, perchè intanto io
potrò affermare che un soggetto è stato destinatario di ricatto, cioè di
intimidazione e violenza, di minaccia, in quanto quella persona ammetta,
riconosca, affermi, appunto, di aver subito questa forma di intimidazione e di
violenza. Bene, sono state contestate quattro estorsioni solo sulla base del
contenuto di conversazioni telefoniche".
Ricciardi: "Da interpretare, magari?"
Naso: "Non si è sentito il bisogno di chiedere a questa persone: «Ma voi vi
siete sentite minacciate, pressate, sottoposte a ricatto, o quant'altro?» Questa
per dirgliene una. C'è un'altra accusa che è veramente ridicola, risibile: si
contesta a Massimo Carminati il concorso in una interposizione fittizia di beni:
è una sorta di riciclaggio di natura immobiliare, insieme a Fabio Gaudenzi ed
alle sorelle di Fabio Gaudenzi, perchè Fabio Gaudenzi avrebbe intestato alle
sorelle una villa acquistata con proventi illeciti, su consiglio di Massimo
Carminati...cioè lper avere asseritamente attuato ciò (perchè poi che lo abbia
effettivamente dato questo non è provato), ma quanto anche fosse provato, l'aver
consigliato un'altra persona di intestare un immobile alla sorella, per
sottrarlo al fisco, per sottrarlo ad una eventuale azione di recupero da parte
di chicchessia, ha rappresentato una sorta di concorso nel reato commesso da
queste persone. Allora, se siamo a questo punto, voglio dire, se io dico ad una
persona che è in difficoltà economica: «Eh, dovresti fare una rapina per mettere
a posto i tuoi conti», e quello mi prende sul serio e la va a commettere, io mi
dovrei sentire corresponsabile moralmente e giudiziariamente? Beh, insomma,
tragga le conclusioni che ritiene da questo..."
Ricciardi: "Sì, è molto, molto chiaro. Dunque, ancora a proposito della
situazione del procedimento giudiziario verso Massimo Carminati, cosa pensa del
trasferimento che c'era stato in Friuli-Venezia Giulia di Massimo Carminati
(quindi, abbastanza distante, oltretutto, da lei che ne è il difensore) e
soprattutto, dell'applicazione di una misura particolarmente drastica, quale
quella del regime del 41 bis del Codice Penale, nei suoi confronti?"
Naso: "L'unica buona notizia è che dal Friuli-Venezia Giulia adesso lo hanno
trasferito a Parma; sempre, comunque in regime di 41 bis: è un espediente di
natura strumentale, perchè non ve ne è alcuna oggettiva necessità. Si tratta di
un espediente di natura strumentale per fiaccare il suo morale".
Ricciardi: "Anche per fare pressione?"
Naso: "E per rendere più difficoltoso l'esercizio del diritto di difesa, perchè
è ovvio che un difensore che abbia anche altre cose da fare (ma a prescindere
dalle altre cose da fare), un difensore che sta a Roma, non potrà avere un
rapporto proficuo con il proprio assistito, se il proprio assistito sta a Parma,
e se quando lo incontra il colloquio avviene sotto gli occhi e sotto le orecchie
degli agenti penitenziari. Quindi, non può scambiare con il proprio assistito
atti giudiziari".
Ricciardi: "Riservati, magari..."
Naso: "Eh, in effetti, niente: quindi, è ovvio che è una forma di vera e propria
vessazione: spiace dire ritenuta legittima da sentenze della Corte
Costituzionale, ma non sempre la Corte Costituzionale è all'altezza di se
stessa".
Ricciardi: "Si tratta, in effetti, di una questione ancora controversa: vari
giuristi hanno messo in discussione almeno alcuni aspetti dell'articolo 41 bis;
è legittimo anche da parte sua l'opinione in quanto giurista, cioè
l'osservazione, la tesi al proposito..".
Naso: "Eh, lo so, lo so che è stato messo in discussione; però sta di fatto che
Carminati è in questa condizione di sub-difesa, effettiva, insomma. Pazienza: ci
difenderemo lo stesso".
Ricciardi: "Ecco, a proposito della linea della sua difesa, può anticipare
qualcosa su alcune delle azioni legali che ha intenzione di portare avanti su
questo caso politico-giudiziario di così intensa importanza?"
Naso: "Guardi, io sto facendo pressioni enormi, ma senza successo, presso i
pubblici ministeri e presso il gip, perchè sveltiscano quanto più più possibile
i tempi e le cadenze delle indagini preliminari e ci portino, quanto prima
possibile, al dibattimento. Noi vogliamo fare questo processo: lo vogliamo fare
in un pubblico dibattimento; chiederemo che questo processo sia celebrato sotto
gli occhi della pubblica opinione, attraverso una presenza massiccia della
stampa: non ci opporremo a riprese radio-televisive".
Ricciardi: "Sarò tutto più limpido, più trasparente, così potrà esserci più
garanzia...".
Naso: "Assolutamente: noi vogliamo che tutto ciò di cui siamo accusati venga
ripetuto e rinnovato alla luce del Sole: in modo che la gente si possa rendere
conto della consistenza, della serietà di queste accuse, oppure della loro
pretestuosità. Confidiamo che all'esito di un giudizio di questo genere noi ne
usciremo bene: non voglio dire totalmente assolti da ogni accusa, ma
sicuramente ne usciremo bene rispetto ad una accusa di mafiosità che proprio non
si addice anche alla storia criminale (se la vogliamo chiamare tale, per usare
il linguaggio giornalistico) di Massimo Carminati.”
Ricciardi: "Quindi le accuse dovranno uscire fortemente ridimensionate,
secondo la sua ottica...".
Naso: "Assolutamente sì".
Ricciardi: "Vuole evidenziare qualcos'altro, non evidenziato finora dalla
stampa, o, comunque, più in generale?"
Naso: "Semplicemente che io sono soddisfatto dalle cose che lei mi ha chiesto:
ha centrato i temi della vicenda «Mafia Capitale» e della vicenda Carminati in
particolare. Mi auguro di vederla quanto prima al processo ad informare i suoi
lettori ed i suoi ascoltatori".
Ricciardi: "Grazie, farò il possibile, molto volentieri, e grazie ancora a
lei per questo speciale contributo che ha dato per i lettori: è stato molto
chiaro, ed è stato un discorso veramente bene articolato".
Naso: "Grazie ancora a lei!"