Dialogo con Marco Roberto Trupiano |
A. Ricciardi:” Puoi spiegare in maniera organica per cosa sia, essenzialmente, indagato tuo padre, il noto professionista di Napoli Vittorio Trupiano, ed almeno alcune delle tesi a sua difesa?”
M. R. Trupiano: “A mio padre è contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ossia avrebbe, attraverso l'espletamento delle sue prerogative forensi, favorito le attività illecite dei clan Lo Russo e Caiazzo, in particolare facendo da mediatore tra le due parti nella spartizione degli appalti aventi ad oggetto le strutture ospedaliere della zona collinare napoletana. Secondo la procura, dunque, il personaggio Trupiano sarebbe di tale spicco nell'ambiente criminale cittadino, da poter fungere da organo super partes in una diatriba così delicata tra due sodalizi rivali. Va da sè che sia quantomeno strano il fatto che mio padre non fosse mai stato nominato da nessun collaboratore di giustizia, che sia stimato e rispettato dal foro di Napoli tutto e da molti colleghi avvocati appartenenti ad altri fori, che sia incensurato e che il suo lavoro sia oggetto di studio nelle facoltà di giurisprudenza italiane: un vero caso di sindrome bipolare, oserei dire.”
A.
Ricciardi: “ V. Trupiano è tuttora incensurato, ma nei suoi confronti è stata
addirittura applicata la custodia cautelare nella casa circondariale di
Secondigliano...tutto ciò, nonostante la disponibilità dichiarata e verbalizzata
dell'avvocato Trupiano ad un chiarimento con la pm, Ivana Fulco, la quale però
non lo ha convocato allo scopo, e nonostante le intercettazioni che lo
riguardino siano state acquisite non in maniera integrale, ma siano state
trasmesse in forma frammentaria e decontestualizzata, costellata di omissis ed
ammissioni di incomprensibilità...Puoi esporci di più di questa situazione, e
che interpretazione ne offri?”
M. R. Trupiano: “Le incongruenze nella faccenda in questione si manifestano sin dalla nascita del caso giudiziario: mio padre ha saputo del procedimento a suo carico a mezzo stampa, non è mai stato sentito dalla procura, sempre a mezzo stampa è venuto a conoscenza di un rigetto di una ordinanza di custodia cautelare a suo carico e del successivo ricorso al riesame proposto dalla pm, in sede di riesame chi doveva difenderlo ha intenzionalmente presentato le prove a sua difesa in ritardo [atto possibile tecnicamente, per quanto discutibile, n.d.R.] nonostante le pressanti richieste di papà, in modo da non poter essere acquisite dai giudici, al ricorso in cassazione promosso da noi chi doveva difenderlo non era presente, tant'è che ne abbiamo ricevuto notifica [successivamente si è chiarito l'equivoco involontario, dovuto al fatto che, pur non essendo stato presente al dispositivo, l'avvocato in questione, Aricò, era, però in Cassazione, n.d.R.] . Il punto è che Trupiano oggi è in carcere perchè non ha mai avuto modo di difendersi e chi avrebbe dovuto farlo si è puntualmente tirato indietro tardivamente, senza che potessimo porvi rimedio. Benchè la buona fede dei protagonisti di queste fortunate coincidenza sia poco ravvisabile, vogliamo ancora concedere il beneficio del dubbio, pensando che siano tutti mossi da superficialità.”
A.
Ricciardi: “Quando avevi soltanto 14 anni hai vissuto un dramma analogo, per un
precedente arresto di tuo padre, nel 2003, con una analoga imputazione di
concorso esterno in associazione camorristica, ad opera della DDA di Napoli,
alla cui direzione vi era lo stesso magistrato di adesso: Giuseppe Borrelli
(tornato alla DDA di Napoli nel 2014). In quel primo caso, V. Trupiano, già
allora afflitto da formazioni tumorali che anche in seguito ne hanno
parzialmente intaccato la salute, venne scarcerato dopo 18 giorni di prigionia,
e successivamente venne assolto in tutti e tre i gradi di giudizio... Quali sono
particolari analogie e differenze ti colpiscono di più tra queste due
disavventure giudiziarie?”
M. R. Trupiano: “Volendo puntualizzare, il procedimento del 2003 culminò in una pronuncia a favore di mio padre da parte della corte europea dei diritti umani, la quale, citando, ravvisava nell'attività accusatoria contro papà un “chiaro intento persecutorio”. Si capirà come sia poco credibile un nuovo procedimento a suo carico promosso dallo stesso dott. Borrelli, il persecutore secondo la corte europea. La prima differenza che mi sovviene è il mancato linciaggio mediatico; nel 2003, nei diciotto giorni in cui papà fu ospite della casa circondariale di Poggioreale ci fu un gran numero di articoli di giornale e servizi televisivi sulla questione che, se all'inizio ne screditarono enormemente l'immagine, col passare del tempo misero grandemente in evidenza le nefandezze perpetrate contro un professionista innocente. Oggi non ne parla nessuno, giornali e tv si interessano del caso solo quando c'è da far rumore, senza esaminare la faccenda, senza riportare le parole dell'indagato, senza sentire qualcuno vicino alla vittima, perchè mio padre è questo, una vittima.”
A. Ricciardi: “ Sei ottimista su una possibile liberazione e su una piena assoluzione di tuo padre? E ci sono aspetti particolari del caso che pensi, eventualmente, debbano essere maggiormente rimarcati sul piano giuridico e della comunicazione?”
M. R. Trupiano: “Per quanto riguarda il profilo giuridico, vorrei che si facesse luce sulla mancata disanima delle bobine utilizzate per incriminare papà e sul fatto, inopinabile, che tutt'ora non vi sono riscontri reali sulla condotta criminosa contestata allo stesso; si può privare un padre di famiglia della sua libertà solo sulla base di supposizioni prive di substrato fattuale? Non credo proprio. Ovviamente sono ottimista per un solo e semplice motivo: Trupiano è innocente e non ha nulla da nascondere; chi ha questa qualità ne uscirà sempre intonso e più forte di prima. Non importa quante altre “coincidenze” si verificheranno, non importa quanti altri disonesti doppiogiochisti incontreremo sul nostro cammino, la giustizia è imparziale e prima o poi colpirà come un maglio le coscienze di chi si ostina a voler vedere Trupiano in rovina.”
(Questo servizio è stato pubblicato sui giornali telematici Caserta24ore, Corriere di Aversa e Giugliano, Italia Sociale, e sui giornali La Civetta, trimestrale in carta stampata, e Giustizia Giusta, giornale in carta stampata, a cadenza mensile) NOTA DI AGGIORNAMENTO: Non è stato finora possibile conoscere gli esiti definitivi di questo caso giudiziario, riguardo Vittorio Trupiano, e nonostante il pubblico interesse da questo destato ed i diversi anni trascorsi. Eppure, la trasparenza rimane di primaria importanza, specialmente quando un caso è concluso, e non ci sono questioni di eventuale, temporaneo segreto istruttorio. Gli ultimi segni di attività giudiziaria al riguardo sono datati all'agosto 2019. I motivi di ciò non sono finora stati resi noti. In altri casi, invece, è stata resa nota l'anomala non trasparenza su impossibilità di conoscere motivazioni di sentenze, e nomi di diversi giudici e detenuti: impossibilità che non ha motivo di esservi, a parere dell'autore, P.R. Franz: https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=27653 (nel caso il link non sia cliccabile qui, per un problema tecnico, bisogna farne copia-incolla, ed andare su Google: lì la pagina collegata al link risulta consultabile) Introduzione e quesiti di