Una testimonianza su un impegno per i diritti umani a tutto tondo, per cambiare le cose in Italia (dall’ambito locale comunale a quello nazionale) ed in tante terre martiri, dove la vita e le libertà vengono violate, spesso, più dagli Stati che dal crimine comune... Sono soprattutto queste le tematiche che emergono in questo dialogo con il giovane dirigente radicale, oltre che storico, Domenico Letizia, particolarmente attento anche al rispetto dell'ambiente e nella denuncia degli abusi conessi all'uso sbagliato di tanti meccanismi del sistema giudiziario italiano, che, per molti, aspetti, si colloca nel campo dell'ingiustizia e dell'illegalità rispetto a molte norme internazionali (si pensi, ad esempio, alle numerose condanne dell'Italia da parte della Corte Europea di Strasburgo). L'intervento di Domenico Letizia, inoltre, è molto interessante anche per l'approfondimento storico relativo ad una delle peggiori violazioni del diritto internazionale perpetrate in tempi recenti: l'aggressione degli Stati Uniti all'Iraq, nel 2003, in spregio rispetto alle posizioni dell'ONU, e nonostante un piano di pace, portato avanti in primis da partito radicale transnazionale, che prevedeva l'abbandono del potere da parte di Saddam Hussein in cambio dell'esilio, potesse avere, potenzialmente, possibilità di riuscita. Lo sguardo di Domenico Letizia è volto, poi, su importanti questioni riguardanti i diritti civili, per cui il suo impegno, ispirato ad una visione libertaria e di tolleranza, è sempre appassionato ed intenso.
Ricciardi: “In quanto esponente del partito radicale e della connessa associazione umanitaria "Nessuno tocchi Caino", hai recentemente presentato una proposta di delibera, in diversi comuni del casertano, per cercare di fare emergere una posizione netta ed ufficiale contro i soprusi dovuti alla ragion di Stato, spesso nascosti, non a caso: puoi spiegare di più quanto sia difficile conoscere e combattere tali abusi? Soprattutto ti chiedo quanto alta, anche approssimativamente, sia la percentuale dei casi di violazione dei diritti umani che vengono occultati, del tutto o in parte, da parte di forze di Stati che invece di garantire i diritti li violino...”
Letizia: “La delibera comunale, che invito tutti i cittadini interessati a fare propria presentandola nei rispettivi comuni di residenza, cerca di affermare la prioritaria urgenza dello stato di diritto come visione transnazionale contro la ragion di stato. Tale visione non è puramente teorica ma presenta degli assunti fondamentali: laicità, federalismo e diritti umani. La contemporaneità, anche nei contesti europei ed occidentali, è caratterizzata dal prevalere della ragion di stato e continuamente le Ong, l’Osce e altri organismi internazionali denunciano le continue e sempre crescenti violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Le guerre nel mondo mediorientale, del mondo arabo e musulmano continuano e l’incubo del conflitto è tornato anche in Europa con la delicata questione della Crimea e dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Anche i droni in ambito militare e il nucleare iraniano sono preoccupazioni mondiali. Questa vertenza transnazionale ha all’apice una proposta: la formulazione in ambito Onu di un nuovo diritto umano: il “diritto umano alla conoscenza”. La formulazione di nuovi diritti umani è sempre stato un processo delicato che produce dibattiti, sussulti politici, accademici e sociali e mai come oggi, nell’epoca del “capitalismo informazionale” la conoscenza (che non è semplice trasparenza) è il principio cardine su cui poter diffondere le ragioni dei diritti umani contro lo strapotere dei populismi di diversa matrice e colore. Pensare a quello che viene detto, senza presentazione certa di dati e inchieste, sui fenomeni migratori o la delicata questione delle giustizia nel nostro paese, senza dimenticare i danni continui del proibizionismo riguardanti lo spaccio delle sostanze stupefacenti sono i sintomi della mancanza dello stato di diritto e della vera informazione, fatta di dibattiti e incroci di vari visioni, che manca nel nostro paese. La peste italiana purtroppo sta divenendo anche peste europea. “
Ricciardi: “In che modo stanno venendo accolte queste iniziative nei comuni nei quali sono state presentate? E puoi anticipare alcune delle prossime iniziative al riguardo?”
Letizia: “I comuni possono essere importanti nel richiedere quello che presuppone la delibera stessa, ovvero, fare pressione sulle istituzioni competenti affinché lo stato italiano faccia proprio il progetto di “transizione dalla ragion di stato allo stato di diritto e il diritto umano alla conoscenza”. In ogni comune dove la delibera è presentata si potrebbe aprire un dibattito pubblico sull’attualità giuridica e politica dello stato di diritto e la necessità, in una società globalizzata, dei diritti umani che sono per loro natura universali.”
Ricciardi: “ Che peso consideri possano avere le prese di posizione di singoli comuni al riguardo?”
Letizia “L’unione fa la forza. I comuni possono svolgere una vera e propria azione di lobbying nei confronti delle istituzioni “superiori” innescando, non dimentichiamo, un dibattito comunale sulla visione e l’essenza dello stato di diritto oggi. “
Ricciardi: “ Tra le violazioni di Stato dei diritti umani, numerose sono quelle in nome dello Stato italiano, soprattutto riguardo il sistema giudiziario: circostanza spesso ricorrente, ma che dovrebbe essere più nota. Puoi indicare quali siano le principali situazioni ingiuste ricorrenti e "peculiari” della situazione italiana?”
Letizia: “Numerosissime. Dalla irragionevole durata dei processi, alle condizioni della giustizia civile e penale, il sovraffollamento penitenziario e la mancata e inattuata riforma della magistratura e della giustizia in generale. Praticamente sconosciuta resta la condizione di quelli che erano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e l’emergenza del dissesto idrogeologico. Quanti morti ancora prima di comprendere che bisogna completamente ripensare la pianificazione edilizia in questo paese attraverso una sana ristrutturazione antisismica ed ecologica come descritta dall’urbanista napoletano di fama internazionale Aldo Loris Rossi? L’Italia presenta consistenti problematiche ambientali, dalla eterna tematica dei rifiuti alle trivellazioni in corso in Basilicata, Abruzzo e altre regione. Su questo caso invito a seguire il lavoro e a leggere le pubblicazioni di Maurizio Bolognetti, da decenni esperto della problematica e attendo osservatore dei disastri ambientali. Non dimentichiamo le unioni civili, l’eutanasia e le raccomandazioni sui diritti civili delle Nazioni Unite che l’Italia tende sempre ad ignorare. Altro punto cruciale: Cosa si vuole fare della libertà di ricerca in questo paese? E’ possibile aprire un dibattito serio sulla fecondazione assistita, gli Ogm e la lotta alle malattie degenerative? Nel complesso invito a leggere l’Annuario sui Diritti umani 2015, una pubblicazione periodica che di anno in anno intende fare il punto su come il sistema internazionale di monitoraggio dei diritti umani valuta l’azione dell’Italia. L’Annuario italiano dei diritti umani è una pubblicazione periodica curata dal Centro diritti umani dell’Università di Padova.
Il più grande problema del nostro paese resta l’informazione, monopolizzata, per nulla democratica e non aperta al dibattito. “
Ricciardi: “ Il movimento radicale sostiene la candidatura dell'Italia a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, una volta, però, che il nostro Paese abbia preso posizione per il principio del diritto alla conoscenza, contro, appunto, gli abusi della ragione di Stato, e che lo stesso Stato italiano abbia avviato una vera transizione verso uno Stato di Diritto: situazione nella quale, attualmente per troppi aspetti non rientra. Puoi spiegarci maggiormente cosa potrà comportare questa possibilità, e quali saranno i passi principali auspicabili da parte dell'Italia?”
Letizia: “Informazione consapevole e democratica. Avviare a livello statuale, in ogni stato a partire dall’Italia, un serio dibattito su quelli che sono pubblicamente conosciuti come i Freedom of Information Act (FOIA), “atto per la libertà di informazione”. Il Freedom of Information Act ha aperto a giornalisti e studiosi l’accesso agli archivi di Stato statunitensi, a molti documenti riservati e coperti da segreto di Stato, di carattere storico o di attualità. Il provvedimento è un punto importante che garantisce la trasparenza della pubblica amministrazione nei confronti del cittadino e il diritto di cronaca e la libertà di stampa dei giornalisti. Cosa è successo realmente durante gli ultimi mesi prima della guerra in Iraq? Quali responsabilità hanno avuto la presidenza americana e inglese nel diffondere menzogne in tutto ilglobo? Perché a Saddam Hussein non è stato concesso l’esilio? Bisogna partire dalle Nazioni Unite attraverso la formulazione del nuovo diritto umano alla conoscenza. L’Italia può farsi portavoce della proposta di tale transizione divenendo protagonista in ambito giuridico e politico del progetto di transizione dalla ragion di stato allo stato di diritto. Tale aspetto modificherebbe le pecche interne anche delle Nazioni Unite avvalorando il lavoro delle Organizzazioni non governative e promuovendo internamente e globalmente la valorizzazione dei diritti umani e della dignità individuale. “
(Questo servizio è stato pubblicato sulla versione on line del giornale Dea Notizie, e sui giornali telematici Caserta24ore, Corriere di Aversa e Giugliano)