Intervista a Nicola Abbate |
Nicola Abbate |
D.) A partire dal 24 aprile, dandosi un termine di quindici giorni, nel Fronte sociale Nazionale si è programmato di approdare al progettato assetto confederativo per Alternativa Sociale. Sei ottimista sulla realizzazione di questa prospettiva? R.) Me lo auguro perchè sono per la riunificazione dell'area. Non sono però proprio ottimista, perchè già all'indomani del voto europeo ci sarebbero dovuti essere degli sforzi per trasformare quello che era un cartello elettorale in un movimento strutturato come partito classico, con federazioni, sezioni, organi comuni e soprattutto programmi comuni. Non sono quindi ottimista perchè se non si è fatto prima vuol dire che è mancata la volontà da qualche parte: comunque non da parte nostra. Il F.s.N. si è interrogato nelle sedi, poche, istituzionali, sulla forma, sui metodi, sulle operatività. E lo abbiamo fatto da partito, consultando la base, delegando agli organi competenti le rispettive funzioni. Non ho visto un lavoro corrispondente nelle altre formazioni che avrebbero dovuto farlo. Se non si è fatto finora non so se questo dipenda da limiti strutturali o da mancanza di volontà. Siamo un cartello elettorale che ha dimostrato comunque di poter essere capace di convogliare manifestazioni di volontà, i voti, in un senso ben preciso, cioè quello di pensare un'azione politica al di fuori dei poli, cioè che ha stabilizzato il proprio elettorato. Dalle europee alle regionali è trascorso un anno: abbiamo aggregato elettoralmente un'unione politica della quale cerchiamo un rilancio a livello nazionale e territoriale. Sia ben chiaro: non siamo scontenti di come sono andate le elezioni.
R.) Abbiamo riconfermato, a distanza di un anno circa, la stessa fascia elettorale, anche se si poteva raccogliere qualcosa in più.
R.) Questo è giusto che sia messo in risalto, anche per questo io non sono assolutamente deluso dal voto amministrativo: parlo essenzialmente di Caserta. Noi abbiamo messo in piedi una lista, e tutto questo è stato fatto grazie all'impegno militante di tutti, nessuno escluso: Forza Nuova, Libertà di Azione, Fronte Nazionale, Fiamma.
R.) Io al Congresso ho optato per l'ipotesi confederativa. Il problema è una certa mancanza d'impegno: non abbiamo mai avuto risposte chiare. Bisogna decidere cosa sia A.S..
R.) Io all'inizio proprio avrei preferito il partito unitario, con il confluire in esso delle varie componenti, e dei programmi comuni: il nome sarebbe pure potuto essere diverso. Ho notato però, già dopo le europee che c'erano perplessità: ad esempio nella zona casertana il segretario locale Lello Ragni di Forza Nuova preferiva un assetto confederale. Comunque anche questa ipotesi non mi sarebbe dispiaciuta; poi istituzionalmente il Congresso sovrano di Fronte Nazionale ha scelto di adottare l'ipotesi confederativa per proseguire comunemente il cammino. Non abbiamo ancora avuto risposte a prescindere dalla presenza di sedi materiali o meno. Il F.s.N. ha una struttura compiuta di partito, con una direzione nazionale, con degli organi periferici, con dei coordinamenti territoriali. Proprio per questa struttura si sostanzia in noi un'autonomia territoriale. A me Adriano Tilgher non dice di fare delle cose, a me prima di decidere con gli altri mi chiede come stiano le cose a Caserta. Quindi Adriano mi consulta, non m'impone le cose. Ho un'autonomia politica, decisionale e territoriale, che deve essere chiaramente inserita nelle direttrici generali stabilite dal movimento, dallo statuto. E' un altro segno di considerazione e di rispetto da parte dei vertici nazionali nei riguardi di questo territorio. Ho riscontrato che altri invece stanno sempre attaccati a telefono a chiedere cosa fare.
R.) Il modo di fare di certi ricorda più dei movimenti che dei partiti. L'idea della confederazione riproposta sabato 24 aprile è partita da Caserta: il primo intervento è stato di Ernesto Ferrante, il quale ha portato delle istanze, naturalmente discusse prima nel gruppo casertano. Gli interventi successivi sono stati dello stesso tenore. Abbiamo così avuto un piccolo primato, ma era una cosa anche naturale, lo sbocco non poteva essere diverso.
R.) Non chiederei di votare quale prima cosa, ma di aderire, di farsi militante. Le elezioni a tutti i costi non sono da mettere al primo posto, quando non ci sono le condizioni per fare accordi, per competere elettoralmente, ci deve essere prima di più un programma comune.
R.) Bisogna prima fare politica sul territorio: le ragioni per cui invito un militante di area, e non solo, per cui invito un cittadino italiano qualsiasi ad aderire, sono per andare oltre la destra e la sinistra, superando un certo retaggio storicistico che fa da staccato mentale. E' da raggiungere una terza via, con una liberazione sociale, una liberazione nazionale, una liberazione etnico-culturale. Questi sono i motivi per cui suggerisco a qualcuno di aderire al Fronte Nazionale. In particolare, la liberazione nazionale porterà ad un ritorno ad una vera sovranità dell'Italia, alla salvaguardia dell'identità nazionale, culturale, sociale, storica: chi vuole ciò aderisca al Fronte Nazionale. Chi auspichi condizioni di giustizia sociale che siano tali e reali per tutti, e in tutti i settori, dalla giustizia civile, penale, alla burocrazia, alla sanità, aderisca al Fronte Nazionale. R.) Ritengo che non ci sia altro da fare che non si stia già facendo nelle nostre sedi istituzionali, cioè confrontarsi democraticamente. Noi non possiamo essere come La Casa delle Libertà, con la Mussolini che ricordi Berlusconi, Fiore che ricordi Bossi, Romagnoli che ricordi Mastella che va di qua e di là, e noi che facciamo solo i duri e puri, come Rifondazione Comunista. La Mussolini deve rimanere tale, non essere una berluschina. Comunque non voglio criticare Alessandra Mussolini, che ha grandi meriti: ha saputo aggregare, dare visibilità, ed è una personalità importante. Vado molto d'accordo con gli esponenti di Libertà di azione, e poi del Movimento Sociale-Fiamma Tricolore e di Forza Nuova. In particolare, ringrazio per l'impegno Renato Carfora di Libertà di Azione, Lello Ragni di Forza Nuova, Giovanni Di Benedetto della Fiamma e Peppino Di Benedetto Di Forza Nuova. Il Fronte è duttile: possiamo ad esempio attuare accordi elettorali con Pannella, ma su alcuni temi legati alla giustizia, non sul tema dei matrimoni tra omosessuali, sul quale non siamo d'accordo. Possiamo concludere accordi con eventuali transfughi da Alleanza nazionale, che escano dai poli ora che Fini si è pronunciato a favore del partito unico con Berlusconi. Possiamo concludere accordi elettorali con alcune forze di sinistra, su argomenti legati alla politica estera ed all'economia, pur restando ognuno con certe caratteristiche culturali, ma ciò a patto che loro accantonino la pregiudiziale antifascista, che è un ostacolo settario. Molti di loro danno al 25 aprile un significato mistificatorio: non ha portato piena libertà, dato che ha causato una sudditanza italiana alla politica statunitense. E' auspicabile una maggiore apertura di diversi gruppi di sinistra alternativa, dato poi che in diverse specifiche persone esiste già verso di noi. Ci sono anche persone di sinistra che mi hanno votato, per ciò che dico, al di là delle nostre differenti sfumature di pensiero, dato che sui temi fondamentali ci siamo trovati in accordo.
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