Intervista ad Enzo Mellano |
Il giornalista televisivo Enzo Mellano |
Potenzialmente utile per chiunque, eppure parzialmente
ancora in ombra: è questa l'attuale situazione della proposta di legge promossa
dal giornalista Enzo Mellano, a favore della possibilità di scegliere di
destinare l'8x1000 dell'IRPEF alla ricerca scientifica. Nonostante il settore
della ricerca sia un essenziale veicolo di civiltà, attualmente in Italia di
solito esso viene finanziato ancora poco dalla politica, e spesso riceve fondi
soprattutto in seguito ad iniziative legate al volontariato, soprattutto tramite
la vendita di fiori, frutta...in cambio di offerte. E' da rilevare, inoltre, che
Enzo Mellano sia estraneo sia al mondo politico che a quello della ricerca, per
cui il suo ruolo in questa iniziativa è particolarmente disinteressato e di
servizio. Da anni impegnato nel giornalismo televisivo, direttore della rubrica
giornalistica Il Faro, in onda su una emittente salernitana, Enzo Mellano è
attento a tali tipi di problematiche anche per riempire di significato la parola
"democrazia", promuovendo una sentita partecipazione dei cittadini rispetto a
queste tematiche. Per approfondire questo argomento, inoltre, si può consultare
il sito:
http://www.clubfattinostri.it/8x1000 , molto aggiornato e ricco di
particolari sulla materia.
D.) Lei è promotore di una campagna a favore dell'8 x 1000 dell'IRPEF alla
ricerca scientifica, che ha ricevuto molte adesioni (attorno alle 80.000 fino al
mese scorso), ma una copertura giornalistica ancora insufficiente: in che modo
si spiega , anche da giornalista, questa attenzione non ancora adeguata da parte
dei mass media su una questione così basilare?
R.) La scarsa attenzione dei media non saprei come spiegarmela. Anzi, prima
delle scorse elezioni politiche, qualcuno ha temuto che la proposta di legge
fosse un pretesto per guadagnare visibilità politica. Mi credevano infatti
candidato alla Camera o al Senato. Figuriamoci, sono 30 anni che rifiuto
candidature politiche. Comunque, in mancanza dell’aiuto dei media, visto che non
chiedo soldi a nessuno, come possono testimoniare le 80.000 persone che hanno
aderito, confido almeno nella disponibilità di qualche imprenditore disposto,
non ad inviarmi soldi, ma a commissionare e pagare direttamente al giornale di
sua scelta qualche spazio per pubblicizzare l’iniziativa.
D.) Pensa che la sua proposta potrebbe ottenere degli effetti di rilievo
anche nell'arginare la "fuga di cervelli" , tristemente nota, di tanti giovani
laureati in materie scientifiche dal nostro Paese, a causa della carenza di
fondi?
R.) Io non appartengo al mondo della ricerca, ma le migliaia di docenti e
studenti di tutta Italia, che hanno aderito alla proposta di legge, in calce
all’adesione mi hanno scritto molte cose interessanti. Ad esempio: che la
proposta potrebbe essere determinante anche per arginare la “fuga di cervelli”;
che la ricerca non ha bisogno solo di risorse più cospicue, ma anche di una loro
migliore utilizzazione; che forse sarebbe opportuno un organismo nazionale,
snello, non carrozzone politico, pensato e realizzato da tutte le realtà della
ricerca pubblica, che ottimizzasse l’uso delle risorse e che offrisse le
opportune garanzie, non solo in termini di trasparenza ma anche di verifica dei
risultati conseguiti. Insomma, un organismo che si ponesse come obiettivo
primario l’individuazione di quelle risposte che la gente si aspetta, sia in
termini di sviluppo che di miglioramento della qualità della vita.
D.) Lei propone appunto l'8 x 1000 anzichè il 5 x 1000, che è temporaneo e
legato alla finanziaria 2006: può indicare più in dettaglio le differenze tra
questi due tipi di sistemi?
R.) IL 5x1000 è un provvedimento temporaneo legato alla finanziaria 2006. Oggi
c'è, domani non si sa. Se il governo l'avesse aggiunto al finanziamento annuale
per la Ricerca, sarebbe stato un provvedimento più convincente e più coerente
con le reali necessità della Ricerca. Si può devolvere quest'anno e se lo
contenderanno circa 30.000 soggetti tra associazioni di ricerca e di
volontariato. E considerato l'esercito di beneficiari che si aggiudicheranno
l'obolo, al di là dell'aspetto meritocratico di ognuno, dubito che la Ricerca
pubblica ne potrà trarre i benefici sperati. Sfruttare comunque i vantaggi del
5x1000 finchè esiste è giusto, ma è bene ricordare che non riguarda nè
sostituisce la petizione in atto dell’8x1000 alla Ricerca che persegue traguardi
più concreti.
L'8x1000 - Esiste dal 1985. E' duraturo negli anni ed è disciplinato da una
legge ad hoc non influenzabile dalla finanziaria varata dal governo di turno.
Non toglie risorse al bilancio statale nè dalle tasche dei contribuenti. Mira a
fornire alla Ricerca, e solo alla Ricerca pubblica, un aiuto concreto e non
palliativo. 22milioni di contribuenti (il 60 per cento) che non scelgono lo
Stato né le religioni, potrebbero scegliere la Ricerca. E molti di quelli che
aderiscono mi scrivono: “Grazie. Io sono uno di quei 22milioni”. L’8x1000 alla
Ricerca si potrà devolvere se passerà la proposta di legge. Per aderire e
saperne di più:
www.clubfattinostri.it/8x1000 .
D.) L'8 x 1000 fu stabilito nel 1985, e prevede la possibilità di scegliere
tra Stato ed alcune religioni. Tuttavia, diverse decine di milioni d'italiani
non scelgono alcuna delle due opzioni, eppure i loro soldi vanno per lo più
ugualmente alla Chiesa, anche se non hanno avuto intenzione di sceglierla: in
che modo può accadere tutto ciò?
R.) Questo meccanismo “intelligente”, tanto per usare un eufemismo, venuto alla
luce anche grazie al mio sito dell’8x1000, è stato pensato per aggiudicarsi
comunque i soldi, sia in caso di scelta che di non scelta. L’art. 47 della legge
che disciplina l’8x1000, sancisce varie cose, tra cui la seguente: “Le
destinazioni di cui al comma precedente vengono stabilite sulla base delle
scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi.
In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si
stabilisce in proporzione alle scelte espresse”. Premesso che solo il 40 per
cento circa dei contribuenti effettua una scelta, se di questi l’87 per cento
sceglie la Chiesa, quest’ultima si aggiudica anche l’87 per cento dell’8x1000
che il restante 60 per cento di contribuenti non ha inteso devolverle. Per
meglio dire: i soldi o me li dai o me li prendo, per legge….in barba alla
libertà di scelta dei contribuenti.
D.) Lei non è parte del mondo della ricerca scientifica, pur essendo colui
che ha portato avanti questa iniziativa: come si spiega che non siano state
direttamente le organizzazioni degli scienziati a promuovere questo discorso?
C'è forse un clima di particolare sfiducia tra i loro appartenenti?
R.) Per la verità ci sono stati vari tentativi analoghi promossi da esponenti
del mondo scientifico, ma per ragioni che non mi spiego e che non ritengo
opportuno ipotizzare qui, non c’è mai stata un’azione corale capace di scuotere
le attenzioni pubbliche. Pertanto, io non ritengo di aver scoperto l’acqua
calda, ma posso dire con orgoglio di essere stato l’unico ad aver redatto una
proposta di legge, e di averla sottoposta al vaglio della gente e delle
istituzioni elettive locali. Infatti, ho messo in piedi due raccolte adesioni
parallele: adesioni di privati, inviate on line; adesioni di enti pubblici,
formulate con delibera di consiglio comunale, provinciale o regionale. Tutto
questo lo sto facendo da solo, avvalendomi del passaparola sul web. Non solo, ma
la collaborazione del mondo scientifico la registro a macchia di leopardo.
Infatti, delle 80.000 adesioni pervenute, più del 90% provengono da persone
diverse per attività e ceto sociale, comunque estranee al mondo scientifico.
D.) Quali sono i settori della ricerca scientifica più bisognosi di
assistenza e che beneficerebbero maggiormente del successo di questa iniziativa?
R.) A questa domanda preferirei che rispondessero esponenti della ricerca che
conoscono meglio di me i bisogni più particolareggiati di un mondo a torto
trascurato e mortificato, sia a danno di quanti ci lavorano, sia a danno della
collettività. La Ricerca è vita. La Ricerca è progresso. La Ricerca è
conoscenza. Per convincersi di queste verità oggettive, non occorre essere
scienziati. Basta avere buon senso e…. sinceramente mi spiace per chi ne sia
sprovvisto.
[Questo articolo è stato pubblicato sui giornali Deasport, Caserta24ore e Corriere di Aversa e Giugliano]