Intervista ad Alessio Raffaele Di Barletta |
In questa
intervista, parla Alessio Raffaele Di Barletta, che formalmente riveste ancora
la carica di commissario provinciale per Napoli del Fronte sociale Nazionale,
uno dei partiti che è stato storicamente parte della coalizione Alternativa
Sociale guidata da Alessandra Mussolini. Originario di Milano, ma da anni
residente nel napoletano, Raffaele Di Barletta è da tempo profondamente
dissidente rispetto al modo di muoversi del Fronte, in rapporto al quale, nei
fatti, è come se fosse già del tutto fuori. In particolare, egli si dichiara
contrario all'alleanza con i partiti della Casa delle Libertà, oltre che al
meccanismo della nuova legge elettorale per cui le liste risultano già riempite
dall'alto, lasciando all'elettore la sola facoltà di scegliere nell'ambito di un
elenco già prestabilito. Inoltre, Alessio Raffaele Di Barletta critica anche la
frequente noncuranza che trova vi sia nella dirigenza della sua formazione
politica rispetto ai vari attivisti della base, oltre a proporre una serie di
soluzioni alternative, che privilegino la libertà di iniziativa e la cultura,
per uscire da tale situazione di impasse.
1) Quale carica ricopri all'interno del Fronte sociale Nazionale e quali sono
i principali contributi che pensi di avere apportato al partito?
Attualmente, poichè non mi è stata data ancora alcuna informazione di
allontanamento, sarei praticamente responsabile per Napoli del Fronte, anche se,
appunto, io sono in attesa di questo allontanamento di o altro...perchè
comunque, dalle ultime elezioni, e già precedentemente alle ultime elezioni, ero
esplicitamente in contrasto con la direzione del partito. Alle ultime elezioni
io e il mio gruppo abbiamo fatto una campagna antielettorale, per diversi
motivi, uno dei quali era che fino al giorno prima non puoi venire a dire nè con
la destra nè con la sinistra, parole testuali di Adriano Tilgher, e poi fare
un'alleanza di comodo, sotto l'egida della Mussolini, che si sapeva benissimo
che tipo di persona e che tipo di programma portava avanti, dentro la Casa delle
Libertà. Rimangi le tue stesse idee, in questo caso. Difatti la nostra campagna
antielettorale è consistita nell'uscire con volantini e manifesti consigliando
alla gente di andare a votare in quanto proprio diritto, ma di annullare le
schede.
2) Penso che anche una buona parte dei membri del Fronte fosse contraria a
questo accordo con la CdL: giusto?
Beh, si può dire che la maggior parte fosse contraria, però quelli veramente
contrari se ne sono andati, molta gente che si diceva contraria poi, per qualche
motivo opportunistico, è rimasta comunque nella scia...non si sa bene per quale
motivo preciso... Dicevano «Non si deve fare così, non si deve fare cosà...» e
poi invece hanno accettato ed hanno fatto. Altro motivo per cui noi facciamo
campagna antielettorale è perchè la legge elettorale che hanno fatto, in cui
loro decidono i nomi della lista, e tu devi solo mettere la croce, per noi è
completamente ingiusta.
3) Li consideri, quindi, giochi già fatti?
Sì, giochi già fatti, e per un'idea che non è di sicuro la nostra, rispetto a
quello che noi abbiamo sempre fatto, noi come area di destra, non come partito,
noi tutti quanti dell'area, per cui mi riferisco anche a tutti gli altri partiti
che erano nella coalizione, tipo Forza Nuova, tipo quel quasi pseudo-partito
della Mussolini, che non è esistente neanche sulla carta quasi... I dirigenti
hanno avuto la faccia tosta di mettere dei nomi che non c'entravano nulla con le
realtà sociali del posto: gente che era residente a Milano nella lista della
Campania, che non ha mai visto la Campania, non sanno nemmeno com'è fatta...
eppure c'erano. Questo per accordi di partito, accordi interni, probabilmente,
per riempire liste.
4) Hai esplicitato queste tue posizioni all'interno del Fronte (dato che mi
dicevi che potevano anche forse allontanarti da questo incarico), o lo dovresti
fare, riguardo questo tuo dissenso, questo tuo essere in dubbio se andartene dal
Fronte?
Io non ho nessun dubbio: già prima delle elezioni la problematica è stata che i
vari responsabili, anche chi se ne doveva occupare a livello regionale, non si
facevano sentire, non davano notizie: l'ultima volta che ho sentito il capo,
Adriano Tilgher, chiamiamolo capo, segretario, o quel che sia, è stato pochi
giorni prima delle elezioni, per sapere come andavano le cose: ma fu giusto una
telefonata di forma. I mesi precedenti alle elezioni, quando c'era da fare la
raccolta firme per le candidature, si sono fatti sentire, hanno detto: «Dateci i
nomi che metteremo la lista», mentre per i mesi prima zero assoluto. I mesi in
cui gli servivano le liste, attuata la raccolta firme, che venne fatta
nell'ultima settimana, perchè si arrivava sempre all'ultimo minuto, abbiamo
anche raccolto un numero di candidati e di firme necessari, che però non son
serviti a nulla. Difatti, quando abbiamo detto: «Guarda ce li abbiamo, te li
mandiamo, te li portiamo di persona», ci hanno risposto «Guarda, non c'è
bisogno, perchè la lista è già stata fatta». E' stata una fregatura un'altra
volta, questo comportamento: persone che si comportano in questa maniera perdono
di credibilità. Difatti, e torno al motivo della lista preconfezionata, a noi
non è andata bene, non perchè avessimo chissà chi da metterci dentro, per chissà
quale poltrona: non ci frega niente di ciò, ma la questione è che erano stati
proprio i dirigenti che ci avevano chiesto di fare dei nomi.
5) In effetti manca la partecipazione, così.
Ma è una presa per i fondelli... Dopodichè, durante le elezioni non si è sentito
più nessuno, sennonchè, facendo questi volantini, questi manifesti, c'era anche,
su un manifesto, un numero di telefono della segreteria provinciale, che solo io
avevo. «Casualmente», mi è stata fatta una telefonata da Adriano Tilgher su quel
numero che lui presumibilmente non aveva: vuol dire che comunque abbiamo colpito
nel segno, vuol dire che comunque forse gli alleati gli hanno detto: «Guarda che
i tuoi a Napoli stanno facendo questa cosa». Non è Tilgher che abbia detto
chissà che a telefono... Non è che dopo le elezioni, vinte o perse, ci ha
chiamato per dire: «Guarda, tu hai fatto 'sta cosa, non ci piace: ti cacciamo».
Io sto ancora aspettando che mi chiedano o chiarimenti, spiegazioni, o che mi
caccino. Ho pensato anche di dare le dimissioni io, ma le dimissioni vanno fatte
tramite raccomandata, le dimissioni vanno fatte con tutta una procedura...
Sinceramente, io mi reputo fuori dal Fronte, fuori da qualsiasi carica, ma anche
fuori come militante, e non m'interessa di spendere dei soldi per mandare una
raccomandata. Saranno loro, quando si sveglieranno, se vorranno, a chiamarmi o a
dirmi: «Tu sei fuori», se vorranno farlo.
6) Puoi indicare quali erano le principali posizioni di politica interna,
sociale ed estera che ti hanno spinto a preferire la formazione politica che era
il Fronte, posizioni che tu eventualmente sosterresti anche in un altro
movimento, se dovesse nascere?
Questa è semplice come domanda: le tre liberazioni [cioè nazionale, per una vera
indipendenza dell'Italia da U.S.A. e N.A.T.O., sociale, per la giustizia
sociale, nazionale, per la difesa dell'identità nazionale non disgiunta dal
sostegno all'autodeterminazione dei popoli, per cui è consultabile il sito del
Fronte: www.frontenazionale.it, n.d.r.], tutto quello che sulla carta c'era del
Fronte: perchè era l'unico movimento, idealmente, che non aveva troppi paletti,
della serie «Nè con la destra nè con la sinistra, ma possiamo benissimo
collaborare e parlare sia con la destra che con la sinistra». Purtroppo, ciò è
rimasto solo sulla carta.
7) Quindi per queste posizioni al di là della destra e della sinistra... Tu
supporteresti un ritorno alle origini del Fronte o un rifarsi alle origini da
parte di un altro movimento simile, rispetto ad apparentamenti che hanno reso
per lo meno irrilevanti dal punto di vista pratico certe pozioni storiche del
Fronte, non le fanno emergere bene, rimanendo, appunto, sulla carta?
Io penso che il Fronte fosse l'unico, sulla carta, movimento cui bisognava
partecipare, entrare a far parte. Però è rimasto sulla carta e si è come
suicidato politicamente con questo suo atteggiamento di apparentamento con il
centrodestra.
8) Ma vige ancora questo apparentamento?
Basterebbe che i siti dei movimento lo comunicassero.
9) Cioè i siti sono reticenti?
Bisognerebbe in effetti avere notizie di chiarimento non solo sul Fronte, ma su
tutti i gruppi del movimento, Alternativa Sociale, Libertà d'Azione della
Mussolini, Forza Nuova. E' tutto quanto morto a livello di fermenti.
10) Comunque i vari partiti del cartello Alternativa Sociale si sono
separati, sono in contatto, ma non c'è più Alternativa Sociale in quanto
coordinamento unitario. Che ne dici?
Se ne riparlerà di sicuro alle prossime elezioni. Alternativa Sociale è un
cartello elettorale, nasce, muore e risorge in quanto cartello elettorale. Nel
frattempo, però, è come se facesse morire politicamente i movimenti e i
militanti che credevano nei singoli partiti. Basta vedere Forza Nuova, che era
quello più attivo sul campo, quello che si faceva vedere più spesso, faceva più
manifestazioni: adesso è fermo, è statico.
11) Hai altre proposte particolari per migliorare la situazione all'interno
dell'area politico-culturale cui fai riferimento, al di là dei singoli partiti?
Il problema è proprio questodei singoli partiti: i singoli partiti, per me, non
devono esistere, perchè non sono capaci di esistere. Preferisco mille volte,
mille, diecimila identità culturali singole, minoritarie, classiche
associazioni culturali, circoli, e tutto quanto, che facciano cultura, musica,
libri, manifestazioni perchè il pizzicagnolo sotto casa sta chiudendo poichè
hanno aumentato il costo degli affitti, ingiustificatamente, magari...: cioè
piccole battaglie locali, che però, se sono battaglie che non interessano solo
una zona, ma tutte le zone, possono portare a delle collaborazioni. Alcuni da
Biella potranno venire a Napoli, noi da Napoli potremmo spostarci a Crotone per
fare delle iniziative, purchè ad agire siano piccole comunità militanti. Tutti
quanti si rifanno alle comunità militanti, perchè ormai ci si riferisce più alla
comunità militante di un dato posto che alla sezione locale di un tale partito,
perchè i partiti sono come morti.
12) Pensi che potrebbe essere utile anche la gestione collegiale di un
movimento politico, invece di organizzazioni verticistiche, che poi alla fine
impongono, o quasi, certe decisioni? Anche per rendere politicamente attiva una
comunità militante, al di là degli aspetti culturali...
No, collegialmente sarebbe comunque negativo, perchè insieme si prenderebbero
delle decisioni. Ad esempio, col 50% più uno si deciderebbe se una cosa si
faccia o non si faccia. Invece no, deve essere libera collaborazione, della
serie: «Noi lo facciamo. Chi vuole partecipare, partecipa». Quindi ciò sarebbe
ancora più svincolato da decisioni a maggioranza o verticistiche che siano.
Comunque, per fare un collegio ci vogliono i rappresentanti di quel collegio, di
quello di Milano, di quello di Napoli... Si dovrebbe decidere insieme, e ci
sarebbe comunque la problematica della decisione negativa. Ognuno invece deve
essere libero di fare quel che vuole, però ci deve essere una comunicazione
maggiore con gli altri. Io parlo in modo semplice: i concerti di musica
alternativa sono ascoltati da tutti quanti: tutti quanti si spostano per sentire
i concerti.
13) Quindi, in questo senso, c'è una forte identità culturale?
Ed è l'unica identità che ci può essere, perchè uno che è skin avvisa quello che
non lo è dei concerti. Ed è un discorso trasversale in questo senso, io non vado
a concerti di gruppi semplicemente legati al mio partito, vado anche a concerti
di gruppi legati ad altri partiti, ed a nessun partito. Personalmente vado a
tutti i concerti dove mi è possibile andare, economicamente permettendo. Anche
perchè purtroppo non c'è neppure un discorso di gruppo per cui ci si muova
assieme, si dividano le spese, si vada lì con un camper, con un furgone. Io
faccio parte della comunità militante di Napoli: con alcuni camerati, con alcuni
amici, stiamo cercando di realizzare certe cose, delle quali finchè non
diventano più concrete è inutile anche parlarne in questo momento. Però di
sicuro andiamo ai concerti, c'interessiamo ai libri, anche se non siamo
precisamente un'associazione culturale.
14) C'è qualcos'altro che vuoi aggiungere su questi argomenti, che ritieni
importante, e che finora non è stato aggiunto?
Più che altro, che tutti quanti dovrebbero fare in questa maniera qua, autonoma,
oggi come oggi.
15) Si tratta quindi di una forma di auto-organizzazione che sostieni?
Sì, di una forma autonoma di auto-organizzazione, per cui mi raccomando che ci
si parli l'uno con l'altro, senza mettere paletti per l'appartenenza di alcuni.
Questo perchè, spesso e volentieri, è successo che camerati abbiano litigato tra
di loro per motivi di partito, poi quegli stessi partiti si sono messi d'accordo
per realizzare delle cose, ma quei camerati sono rimasti tra loro bisticciati.